Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
La coperta del manoscritto è costituita da una carta di riciclo recante anche parte dell’opera di Domenico Cimarosa Gli Orazi e i Curiazi (c. 34r); il frontespizio originale del manoscritto è a c. 2r e consiste in un acquerello rappresentante Eloisa e Abelardo recante il titolo Eloisa ed Abelardo agli Elisi Cantata a due Voci Origle di D. Giuseppe Sigismondo, con l’indicazione "Per l’istrumentatura"; più recenti sono, sulla stessa carta, l’attribuzione a Ferdinando Paer e la collocazione 34.3.87; la datazione a c. 1r (28 giugno 1810, recte 1813) è confutata da quella di c. 33v dove si legge: "Laus deo die 15. Augusti 1800: per d. Manina, e d. Pepina Pegnalver"; il manoscritto apparteneva alla collezione di Giuseppe Sigismondo, acquisita dalla biblioteca alla sua morte.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Se in queste spiagge amene
Funesti pensieri
Dove son? Quale ignota
Incerto s'aggira
Qual voce intesi mai? Dunque si trova
Perché palpiti cor mio?
Rasserenati alfin! Son questi i campi
Qui le bell'anime
Trascrizione del testo poetico
[Abelardo]
Se in queste spiagge amene
Dolce mio ben tu sei
Sorda ai sospiri miei
Perché t’involi a me? Mio ben, mio ben.
Numi che mai sarà? Ove t’ascondi
Eloisa mio ben? Fra questi mirti,
Che son dell’alme amanti
Il segreto ritiro
Forse, chi sà, ma invano
M’affatico a cercarla, ognun m’evita
Chi sà. L’aure di vita
Forse l’Idolo mio respira ancora
E d’altro amante in preda
Forse scacciò dal petto
La fede che giurommi, e il primo affetto.
[Abelardo]
Funesti pensieri
D’un alma dolente
Che torbidi e neri
V’offrite alla mente
Perché mi togliete
La pace del cor?
Invano dell’alma
Sospiro la calma
Se lungi mi trovo
Dal caro tesor.
Funesti pensieri
D’un alma dolente
Che torbidi e neri
V’offrite alla mente
Perché mi togliete
La pace del cor?
[Ballo dell’Ombre]
[Eloisa]
Dove son? Quale ignota
Amabile tristezza
Di speranza e timor m’occupa il core?
Questi teneri accenti
Di armonici concenti
Quest’aura taciturna
Tutto mi fa sperar, ma dove mai
In così dubbia luce
Dove l’errante piede or mi conduce?
Care piante, ah vi movete
A pietà del mio dolor
Ah ma troppo mi lusinga
Il pensier, sospiro invano,
Invan bramo il mio ben. Confusa e mesta
Chiedo a tutti pietà, crudele e muto
Ognun si tace e in questo dolce albergo
D’amore sol mi viene
Compagno il mio dolore.
[Eloisa]
Incerto s’aggira
E timido il piè
Il labbro sospira
E palpita il cor.
Il fato condanno
Né intendo perché
E chiamo tiranno
Un tenero amor.
Ma sento che manca
Quest’anima stanca
Oppressa, smarrita,
Da tanto rigor.
Incerto s’aggira
E timido il piè
Il labbro sospira
E palpita il cor.
[Abelardo]
Qual voce intesi mai? Dunque si trova
Tra quest’ombre il mio ben, vieni, consola
Eloisa chiama i voti miei
Udirono gli dei? [Eloisa] Che ascolto? E come
Qui risuona il mio nome?
Ah forse... [Abelardo] Alfin pietoso
Ci riunisce il fato. Ah perché temi?
Perché fuggi da me? Fermati oh cara
Ferma, non dubitar. [Eloisa] Veggo, o vien meno
Tra questi orrori il ciglio?
[Abelardo]
Eloisa [Eloisa] Idol mio [Abelardo] Vieni al mio seno.
[Eloisa]
Perché palpiti cor mio?
Perché torni a dubitar?
[Abelardo]
Non temer con te son io
Lascia alfin di sospirar.
[Eloisa]
Ah che invan stendo le palme
[Abelardo]
Qual timor t’ingombra il core?
Qual timor,
[a due]
Al tuo pianto, al tuo dolore / Ah m’opprime il mio dolore
Incomincio a vacillar / E comincio a vacillar.
[Abelardo]
Rasserenati alfin! Son questi i campi
Del fortunato Eliso, ove mia speme
Vivremo uniti eternamente insieme.
[Abelardo]
Qui le bell’anime
Che fide amarono
Tranquille passano
Sereni i dì.
[Eloisa]
Ma come i teneri
Moti s’ascoltano
Se vuote immagini
Noi siamo qui.
[Abelardo]
Quel dolce affetto
Scordar potrai
Che ci nutrì.
[Eloisa]
Ho fido il petto
Qual già t’amai
T’amor or così.
[a due]
Qual nuovo giubilo
Ritorna all’anima
De’ mali il torbido
Nembo sparì.
Risorse online
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 204(1) (olim 34.3.11; 34.3.87)
Scheda a cura di Giulia Giovani