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Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
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Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Miei compagni e che s'aspetta
Amici ecco di Roma il fin bramato
Caro figlio io so ch'ai vanto
E tu figlio perdona
Ma ti sovvenga almeno
Trascrizione del testo poetico
La fortuna di Roma
A debil filo appesa
A momenti attendea l’ultima offesa
Coriolano irritato
Dal infelice e forse giusto esiglio
In vendetta cangiato
Havea l’amor di cittadin di figlio
De Volsci unito al bellicoso ardire.
Da le tende nemiche
Sovra il Tebro stendea l’ombre guerriere
Venia gli Amici a schiere
Per frenar del suo Cor l’Ardire insano
I più famosi eroi
Chiedevano pietà ma tutto invano
Che il giovane superbo
Al suo campo seguace un guardo gira
E rispondon per lui fortuna ed ira
Miei compagni e che s’aspetta
La fortuna è un sol momento
Sia vertude o tradimento
vuò far bella una Vendetta.
Amici ecco di Roma al fin bramato
Io giuro sull’onor delle nostre alme
Che dal nostro valor pende un gran Fato.
Volea più dir ma gli sospese il labro
Un numeroso stuolo
Di nobili donzelle
A cui facea la scorta
Volunia Bella a Coriolan consorte
Veturia Genitrice
Così con doppia face amor ribatte
Dal ira i moti e in nobil cor combatte.
Caro figlio io so ch’hai vanto
D’atterrar ogni valore
Ma per vincere il tuo cuore
Vengo a vincere col pianto
Sposo amato un vero ardire
Vuò destar alla tua gloria
Ma una fiamma di memoria
Destar voglio e poi morire
[...] più felice
So morendo partorir.
E tu Figlio perdona amato mio
Se troppo avara fui nel darti Vita
A te la diedi e la ritenni anch’io
Prendila acciò la tua più nobil sia
A te l’anima rendo Anima mia.
Ma ti sovvenga almeno
All’or che l’ostr’al seno
Ti cingerai un Dì
Sovvengati mio bene
Di chi con queste vene
Lo tinse e poi morì.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Noseda
collocazione A.50.7
Scheda a cura di Licia Sirch