Scheda n. 483

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1740-1741

Titolo

Cantata T. Solo con VV. del Sig. Graun

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Graun, Carl Heinrich (1703-1759)
autore incerto: Algarotti Francesco (1712-1764)

Pubblicazione

[S.l. : copia, 1740-1741]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 1-14) ; 230x305 mm

Note

L’attribuzione del testo poetico a Francesco Algarotti è ipotetica.

Titolo uniforme

Organico

Tenore, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Gandolfo 2009: p. 18-20
Henzel 2006: I, p. 461, n. B:III:45
Gaspari 1893: III, p. 234

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
T, Sacra ad amore ombrosa selva antica
2.1: (aria, do minore, 3/4)
T, Dell'amor tuo del rigor mio
3.1: (recitativo, c)
T, Non fu giammai così indiscreto amante
4.1: (aria, do maggiore, c)
T, Deh non già di ferro gravi

Trascrizione del testo poetico

Sacra ad Amore ombrosa selva antica
Che degl’amanti la tristezza dolce
Del silentio nel seno ascondi e nutri,
A’ miei lunghi lamenti
Non più risponda l’eco tua dogliosa
Ma festiva e giocosa
omai ripeta i miei giulivi accenti.
Fra i cupi orrori tuoi
Nel bel tuo fosco labirinto guidò
La bella Filli impietosito amore.
Quel ch’ella già sapea
E non udito avea
Ben tante volte e tante
Le ridissi e il miglior diceva il core.
Le gratie ingenue e la pietà la lingua
A una dolce risposta le snodaro,
Era degl’occhi il lume a terra fiso
E un bel rossor le colorava il viso.

Dell’amor tuo
Del rigor mio
Se m’ami oh dio
Non mi parlar più caro.
Troppo saria
A tanta fede
Negar mercede
Ahi troppo amaro.

Non fu giammai così indiscreto amante
Sulle rive di Senna o di Garonna
Che il celeste piacer ridir potesse.
Tu sempre mai fresch’erba
La bella traccia del bel fianco serba
E il bel secreto. Tu selva felice
Fra gli amanti sia tu sempre famosa,
Tempio d’Amor di Venere ritiro
A te conduca Amor suoi fidi servi,
Qualor nel bel disordine d’un volto
Sperar lor fa del lor soffrir mercede
O qualor cerca un solitario asilo
Di pace altar doppo lor dolci guerre
D’un nulla figlie e di piaceri madri
E se scure fia mai le belle piante
Che dal natio terren recida e duella
Ad amor comode e grate
Vivan mai sempre in forma ancor più bella.

Deh non già di ferro gravi
Fatte navi
Vadan l’ira d’Aquilone
A sfidare in alto mar,
Ma di piacer barchette
Ma vadan gondolette
Ne’ canali di Citera
O di Pafo a navigar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
fondo Martini
collocazione FF.171.1

Scheda a cura di Nastasja Gandolfo
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