Scheda n. 4821

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1712

Titolo

O’ voi che in ciel splendete / Cantata à 2. Con Violini Tirsi, e Clori / Del Sig.r Antonio Caldara

Presentazione

Parte o set di parti

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Redazione

Roma : copia, 1712

Descrizione fisica

2 parti (20, 12 c.) ; 275x200 mm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: all.o, ad.(sinfonia, la maggiore, c)
1.2: Minuèt all.o(sinfonia, la maggiore, 3/8)
2.1: (recitativo, c)
Tirsi, O voi che in ciel splendete,
3.1: all.o(aria, sol maggiore, 12/8)
Tirsi, Mi brilla in petto,cara mia stella
4.1: (recitativo, c)
Clori, Non più, non più veggio,
5.1: all.o(aria, si♭ maggiore, c)
Clori, No, non creder mia bella speranza,
6.1: (recitativo, c)
7.1: all.o(aria, fa maggiore, 3/4)
8.1: (recitativo, c)
9.1: all.o(aria, re minore, 2/4)
10.1: (recitativo, c)
11.1: all.o(duetto, la maggiore, 12/8)

Trascrizione del testo poetico

O voi che in ciel splendete,
Stelle vaghe, e lucenti
Cedete pur cedete
Non fia che più splendori
Della vezzosa Clori oggi vantiate,
Ma se pure bramate
Di venire al cimento,
Venga meco il mio sole, io non pavento.

Mi brilla in petto,cara mia stella
La luce vaga del tuo splendor.
Benché m’impiaga sento diletto,
Se dagl’influssi solo di quella,
Provai più bella la gioia al cor.

Non più, non più veggio,
Adorato mio ben, che nel tuo core
Eccessivo è l’ardore.
Ma che se a tal riflesso,
Cieco fosse il mio core,
Allor ben troppo cieca
Quasi talpa saria l’anima amante,
S’è a si vago splendor fosse incostante.

No, non creder mia bella speranza,
Che quest’alma ti ceda in amor.
Ho di scoglio una ferma costanza,
Che sostiene la base del cor.

T: Se l’espresso amor mio
Volesse d’incostante
Tacciar mai quella fé, che in voi risplende,
Poco amante sarei, o pur fra selve,
Nato figlio de mostri, e delle belve.
C: Taci mio ben, mia vita
Non accrescer più strali
Il piagato cor mio.
T: E soffrire degg’io,
che mi vinca in amor? C:Ciò sol desio
T: E il tuo merto? C:Val poco.
T: La virtù? C:del ciel dono T:La beltà?
C: Solo a te la consacro.
T: Ah, che pur troppo il vedo
C: Renditi perditor T: Vinto ti cedo.

Vinsi è ver, ma la vittoria,
Figlia sol della tua gloria
Rese vinto il vincitor.
E con l’armi dell’affetto,
Abbatte dentro del petto
Ogni forza del mio cor.

Nelle guerre d’amore
Se per vinta si rende un alma amante,
Allor sembra costante.
Dunque pungnisi pur perdasi ancora
Se a una perdita tal va tal mercede
Ben stolto e chi non pugna, e chi non cede.

Cedo, si mio bel tesoro,
mentre cinta poi d’alloro
col dar bando a tante pene
la mia fronte splenderà.
Ma non fia che da me solo,
spieghi fama i vanni al volo,
Se da te caro mio bene,
bella origin non havrà.

C: Lode al ciel, che pur stanco,
sarà di più piagarmi il dio bendato.
Il mirarvi mio sole, e non morire
è miracol d’amore.
Se in un amante core
Il mirare è il morire
Ad ogn’alma è martire.
T: Se il possesso d’un bene
Non si gode maggior, che con un guardo
È inutil quel possesso,
Ch’util non ha più lungo
Di quel, che può durare un guardo solo.
Ond’io che più mi preggio
D’un eterno godervi idolo mio,
Tutti gl’affanni miei pongo in oblio.

C:Scherza, ride e brilla
Dentro del petto il cor.
//
T:Scherza, ride e brilla
Dentro del petto il cor.
C:Sento che dice
Io son contento.
Non ha più strali,
per me il nume d’amor.
//
T:Sento che dice
Io son felice.
No, che non ha più strali
per me il nume d’amor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant. Hs. 778

Scheda a cura di Magdalena Boschung
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