Scheda n. 4505

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

[Fortuna, non lo credere]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Melani, Alessandro (1639-1703)
possessore: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)
copista: Pertica, Giovanni (fine XVII-inizio XVIII sec.)

Fa parte di

[18 cantate e 2 arie] (n. 4487/18)

Redazione

Roma : copia, (1690-1700)

Descrizione fisica

C. 126-131 (olim c. 133-138)

Filigrana

Non rilevata

Note

Anonimo nel manoscritto, il compositore è segnalato in RISM.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, fa♯ minore, 3/8)
Fortuna, non lo credere
2.1: (recitativo-arioso, c)
Mi toglierai gl'honori
3.1: (aria, fa♯ minore, c 3/8)
Fortuna, non lo credere
4.1: (recitativo, c)
Ira, te sola io temo
5.1: (aria, re maggiore, 3/2)
Vengano le furie a schiere
6.1: (recitativo, c)
Sì, detesto, rifiuto
7.1: (aria, re maggiore, 3/4)
Quel nocchier, ch'in procella molesta
8.1: (recitativo-arioso, c)
Ma per viver sereno
9.1: (aria, fa♯ minore, 3/8)
Fortuna, non lo credere

Trascrizione del testo poetico

Fortuna, non lo credere,
Ch’io possa lagrimar.
Potrà nel cor succedere
Duolo a dolore asprissimo,
Ch’io sempre contentissimo
Godrò nel mio penar.

Mi toglierai gl’honori,
Egualmente mi copre
Povera lana e porpora di Tiro.
M’avventerai nel sen d’Amor la face,
Io non conosca Amore,
Ne altra bella desio, che la mia pace.
Giungerai nel mio sangue
Con man di gelo ad arrestar la vita,
Renderai più spedita
L’alma già stanca alla sua patria stella,
Credilo a me, Fortuna,
Non sei, com’altri crede, empia e rubella,
Per vincere il tuo stral basta non cedere.

Fortuna, non lo credere,
Ch’io possa lagrimar.
Potrà nel cor succedere
Duolo a dolore asprissimo,
Ch’io sempre contentissimo
Godrò nel mio penar.

Ira, te sola io temo,
Madre crudel di generosi errori.
Tu cangi in un istante
La ragione in delirio e l’uomo in fiera.
Ma dolcemente io penso
Abbattere il tuo orgoglio,
Che contro l’ira istessa ira non voglio.

Vengano le furie a schiere,
Resisterò.
S’armino turbe guerriere,
Non cederò.

Sì, detesto, rifiuto
Haver d’uomo il sembiante e il cor di bruto.

Quel nocchier, ch’in procella molesta
S’adira,
Prova l’ira
Più fiera del mar.
Or nel mondo , ove sempre è tempesta,
È sano consiglio
Il periglio
Sereno incontrar.

Ma per viver sereno
Teco è duopo, ò Fortuna,
Sprezzar tutto, aver poco e nulla chiedere.

Fortuna, non lo credere,
Ch’io possa lagrimar.
Potrà nel cor succedere
Duolo a dolore asprissimo,
Ch’io sempre contentissimo
Godrò nel mio penar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.863.18

Scheda a cura di Berthold Over
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