Scheda n. 4287

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1690

Titolo

La prudenza è vanità / [Alessandro Stradella]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
possessore: Malipiero, Gian Francesco (1882-1973)

Fa parte di

D. Ales.o Stradella (n. 4241/7)

Redazione

[Venezia : copia, 1661-1690]

Descrizione fisica

1 partitura (c. 21v-26v) ; 24x34 cm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, re minore, c)
La prudenza è vanità
2.1: (recitativo, c)
Nell'agone de' sensi
2.2: (arioso, fa maggiore, c)
E l'oppressa virtù piange e singulta
3.1: (aria, fa maggiore, 3/2)
Su la tela del martire
3.2: (aria, do maggiore, c)
Dell'incendio di Cupido
3.3: (intercalare, re minore, c)
La prudenza è vanità
4.1: (recitativo, c)
Dalla rocca del petto
5.1: (aria, sol minore, 3/4)
Nel teatro del disprezzo
5.2: (intercalare, re minore, c)
La prudenza è vanità
5.3: (aria, re minore, 3/2)
Della sorte inesorabile
5.4: (aria, re minore, c)
E chi nasce a penar tormenta sempre

Trascrizione del testo poetico

La prudenza è vanità
In un’alma ch’ogni dì
Fra le reti del piacer
Imprigiona il suo voler
Né del sen che la rapì
Sa conoscer l’empietà.
La prudenza è vanità.

Nell’agone de’ sensi
Avida volontà move le schiere,
E con brame guerriere
Rompe della ragion gl’argini immensi,
De’ suoi furori intensi
Vittorioso duce il Vizio esulta
E l’oppressa Virtù piange e singulta.

Su la tela del martire
Crudo Amor forma il pensiero
E colora bianco e nero
Il disegno del gioire.
Dell’incendio di Cupido
Saggio ingegno invan presume
Tra le fiamme alzar le piume
Che l’ardor del Dio di Gnido
Incapace è di pietà.
La prudenza è vanità.

Dalla rocca del petto
Bellicosi sospiri avventa il core
Per piagar d’un bel volto il duro orgoglio,
Ma il suo nemico aspetto
Armato di rigore,
Con vindice martoro,
Ritorce al feritor doppio cordoglio
Onde d’empia beltà nel rio conflitto
Invece di ferir cade trafitto.

Nel teatro del disprezzo
Finto vezzo apre le scene
E con tragica potenza
Di barbarica apparenza
Tra catastrofi di pene
Scopre altrui sua crudeltà.
La prudenza è vanità.
Della sorte inesorabile
Immutabile è lo sdegno
E nel regno degli affanni
Hanno i danni eterni sempre
E chi nasce al penar tormenta sempre.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Vgc - Venezia - Biblioteca della Fondazione "Giorgio Cini"
fondo Malipiero
collocazione MAL T 272.7

Scheda a cura di Giulia Giovani
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