Scheda n. 4164

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1701

Titolo

3. Ap.le 1701 / Scarlatti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
autore del testo per musica: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

[20 cantate] (n. 4152/12)

Redazione

Roma? : autografo, 1701

Descrizione fisica

C. 47-52 [olim c. 78-83]

Filigrana

Non rilevata

Note

Cantate con lo stesso testo sono state copiate per il cardinale Benedetto Pamphilj nel 1682, 1685, 1689, 1691, 1704 e per il cardinale Pietro Ottoboni nel 1694. La data originale 1701 sembra essere stata cambiata in 1702, forse da altra mano.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Hanley 1963: n. 631, p. 437

Bibliografia

Hanley 1963: n. 631, p. 437

Descrizione analitica

1.1: Adagio(aria, fa minore, c)
Sarei troppo felice
2.1: (recitativo, c)
Io miro in bel giardin
3.1: a tempo giusto(aria, si♭ maggiore, 3/4)
Tal se premo sentiero odorato
4.1: (recitativo, c)
Fra le danze, ei teatri, ove festeggia
5.1: a tempo giusto(aria, do maggiore, c)
Che mi giova, che vaga
6.1: (recitativo, c)
Il vario mio pensiero
7.1: (aria, re minore, c/)
Il pensiero è un prato ameno
7.2: (aria, sol minore, c/)
Il pensiero è una Fenice
8.1: (recitativo, c)
Or chi brama goder tranquilla pace
9.1: a tempo(aria, fa maggiore, c)
Sarei troppo felice

Trascrizione del testo poetico

Sarei troppo felice
S’io potessi dar legge al mio pensiero.

Io miro in bel giardin spuntar la Rosa
Cui fan corona innamorati I gigli,
Io veggio le viole
Quai verginelle ascose
Pallidette e fugaci
Schivar del sol nascente i primi baci.
Che prò? Formo col piede orme odorose
Ma di cure penose
La mia mente trascorre altro sentiero.

Sarei troppo felice
S’io potessi dar legge al mio pensiero.

Tal se premo sentiero odorato
Dura spina che punge il mio core
Va dicendo un dicendo costante dolore
Non vien meno fra I vezzi del prato.

Fra le danze, e i teatri,
Ove festeggia in ogni ciglio il riso,
Ove ogni senso a la sua pace è volto,
Nel mio dolor sepolto
Mi lascia all’improvviso
Quanto veloce tanto più fiero.

Sarei troppo felice
S’io potessi dar legge al mio pensiero.

Che mi giova che vaga sirena
Sciolga all’aura vezzosi concenti
Se i più cari, i più dolci contenti
Mi risveglian l’antica mia pena.

Il vario mio pensiero
D’una madre immortal figlio incostante
Se lo sgrido mi fugge,
Se nol voglio mi segue;
E con moto indefesso
Entro i deliri suoi perdo me stesso.

Il pensiero è un prato ameno
Ove i sensi hanno il confine.
Mille fiori chiude in seno
Ma lo chiudon mille spine.
Il pensiero è una Fenice,
Che in un tempo e more e nasce.
Or di lagrime li pasce
Or risorge più felice.
In un tempo e more e nasce
Il pensiero come Fenice.

Or chi brama goder tranquilla pace,
Piacer fermo e sincero
Incateni il pensier se v’è catena
E human pensiero incatenar si vanti,
Io per me lo desio ma non la spero.

Sarei troppo felice
S’io potessi dar legge al mio pensiero.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.3987.12

Scheda a cura di Berthold Over
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