Scheda n. 4134

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1689-1694

Titolo

[La fortuna di Roma]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Scarlatti, Alessandro (1660-1725)
autore del testo per musica: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Fa parte di

[12 cantate] (n. 4128/6)

Redazione

Roma : copia, (1689), (1694)

Filigrana

Non rilevata

Note

La lettera iniziale è stata tagliata e sostituita poco dopo la stesura del manoscritto come dimostra la grafia coeva della musica nuovamente copiata sul dorso dell’iniziale. Alla fine della composizione: "del Sig.r Ales.o Scarlatti". La cantata è stata copiata nel 1689 per il cardinale Benedetto Pamphilj e nel 1694 per il cardinale Pietro Ottoboni. Testo di B. Pamphilj in I-Rvat, ms. Vat.Lat.10206 dal titolo "Il Coriolano".

Titolo uniforme

La fortuna di Roma. Cantata, Il Coriolano

Organico

Contralto e continuo

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, sol maggiore, c)
La fortuna di Roma
2.1: (aria, sol maggiore, c)
Miei compagni e che s'aspetta
3.1: (recitativo, c)
Amici ecco di Roma il fin bramato
4.1: (aria, sol minore, c)
Caro figlio io so ch'hai vanto
4.2: (aria, sol minore, c)
Sposo amato un vero ardire
5.1: (recitativo, c)
Di marito e di filgio al dolce nome

Trascrizione del testo poetico

La fortuna di Roma
A debil filo appesa
A momenti attendea l’ultima offesa
Coriolano irritato
Dall’ infelice e forse ingiusto esiglio
In vendetta cangiato
Havea l’amor di cittadin di figlio
De Volsci unito al bellicoso ardire
Dalle tende nemiche
Sovra il Tebro stendea l’ombre guerriere
Venian gl’amici a schiere
Per frenar del suo Cor l’ardire insano
I più famosi eroi
Chiedevano pietà ma tutto invano
Che il giovane superbo
Al suo campo seguace un guardo gira
E rispondon per lui fortuna ed’ ira.

Miei compagni e che s’aspetta
La fortuna è un sol momento
Sia virtude o tradimento
Vuò far bella una vendetta.

Amici ecco di Roma il fin bramato
Io giuro su l’honor delle vostr’ alme
Che dal nostro valor pende un gran fato
Volea più dir ma gli sospese il labro
Un numeroso stuolo
Di nobili donzelle
A cui facean la scorta
Volunnia bella a Coriolan consorte
Veturia Genitrice
Così con doppia face Amor ribatte
Dell’ ira i moti e in nobil cor combatte.

Caro figlio io so ch’hai vanto
D’atterrar ogni valore
Ma per vincere il tuo core
Vengo a vincere col pianto.

Sposo amato un vero ardire
Vuò destar alla tua gloria
Ma una fiama di memoria
Destar voglio e poi morire.

Di marito e di filgio al dolce nome
Doppo breve pensier cedè ma poi
Fù da i seguaci il traditor tradito
A si funesto avviso
Uscir dolenti le romane donzelle
In nero amanto
E dove il sangue sparse
Il Giovane infelice
Amarissima corse onda di pianto
Fui poi d’urna invece
S’alzò Teatro al feminil valore
Chi vive per tradir tradito muore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

GB-Lbl - London - British Library
collocazione Add.24311.6

Scheda a cura di Berthold Over
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