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Segue il titolo: [...] dedicata all’Illustriss. & Eccel. Sig. la Sig. Elena Minotti Querini Dignissima Consorte di S.E. - A p. [1]: "Le gare del dovere serenata", indicazione manoscritta "1719" ed ex-libris "R. Marc. Ant.o Corniani". La serenata di Vivaldi era parte della cerimonia per la partenza di Francesco Querini da Rovigo nel 1708. Nella lettera dedicatoria Vivaldi cita Marc’Antonio Manfredini perché probabilmente la serenata venne eseguita a Teatro Manfredin, eretto dal conte nel 1699.
Titolo uniforme
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Notte, Dalle strade stellate
Notte, Mi fermo per mirar
Rovigo, Io che all'adriaco serto
Rovigo, Stelle che di tal notte
Tempo, Dal cupo letto erboso
Tempo, Scherzi lieto in ogni intorno
Tempo, Con bell'alto decreto
Adige, Ed oh come concorde a' miei desiri
Adige, Naiadi e ninfe
Adige, E voi che da quest'urna
Notte, O fiume fortunato
Notte, Col sereno di stelle brillanti
Tempo, Ma già co' vanni miei
Tempo, Più bell'ore fortunate
Adige, E chi di pregi tanti
Tempo, Chi saper brama
Fama, Da più remoti lidi
Fama, Del mio eroe trionfante
Rovigo, Se de Querini il merto
Tempo, Già dell'adunco ferro
Fama, E tu Fiume superbo
Adige, Al nome del mio nume
Rovigo, Anzi il popolo bel che ne circonda
Popolo, Viva Francesco e viva
Notte, Sin dove i vaghi lumi
Notte, Giusto è ben che infra gl'orrori
Rovigo, Io che di questo eroe
Rovigo, L'orbe intero alla mia gloria
Tempo, Ma delle rose tua bella Cittade
Rovigo, Grande regolator d'immense etadi
Tempo, O Rovigo avveduta
Tempo, Sì sì che è ben dover
Adige, Argentei miei flutti
Adige, Se di Citara il nume
Notte, Or sì che fra le notti
Notte, Della gloria in sull'altare
Tempo, Notte amica anche il Tempo
Tempo, Per far eco a lor glorie serene
Adige, Nel liquido mio letto
Rovigo, Ma tu o Fama che il nome
Fama, Questa che dell'Argiva
Fama, tutti, Francesco ed Elena
Trascrizione del testo poetico
[Prima parte]
[Notte]
Dalle strade stellate
Rapidi miei destieri il vostro corso
Sospendete soltato
Che d’un anima grande
Il concerto di gloria i pregi io senta.
Il biondo auriga ancora
Del Cielo in fra i bei giri
Arrestonne i corsieri
E solo a prò del grande eroe guerriero
Degna cagione anch’io
Per comando del Tempo,
A’ preghi della Fama,
A’ piaceri d’un Fiume,
D’una Cittade ai voti
Ho di fermar la bruna mia quadriga.
Per farmi spettatrice
Delle gran gesta d’un eroe di pace
E per renderle chiare
Nel teatro del cielo
Se non tengo del sole in man la face,
Però per illustrar opre sì belle
Hanno lume di sole ancor le stelle.
Mi fermo per mirar
Il nume d’ogni cor;
Nume, che in ciel di rose
Destino amico pose
Per isvegliar nei sen fiamme d’amor.
Mi fermo per mirar...
[Rovigo]
Io che all’Adriaco serto
Son gemma non minore
Se al nativo splendore
D’esser madre d’eroi n’accoppio il merto
Fastosa in questa notte,
Che a’ giorni i più felici il vanto oscura,
Se a celebrar è eletta
Delle venete glorie il più bel lume:
Adige, Tempo, Notte e Fiamma invoco,
Che unirsi in questo loco,
Intrecciando le gare del dovere,
Di Francesco alle glorie
Eternin ne’ suoi merti sue memorie.
Stelle che di tal notte
Schiarite il vago orrore;
Fama che un merto tale
Ti prendi a celebrar, lieti gioite.
Fiume che innaffi intorno
Mie rive amene e belle;
Tempo che l’ore aggiri
Per me sì fortunate, cari applaudite.
Stelle che di tal notte...
[Tempo]
Dal cupo letto erboso
Dove cinto la fronte
D’antichi serti alla grand’urna accanto,
Godi ne’ corsi tuoi riposo eterno.
Sorgi, o fiume reale e più giocondo,
Emulo al Tebro oggi t’ammiri il mondo.
Scherzi lieto in ogni intorno
Nel tuo sen l’umido argento,
E ne’ vortici spumanti
L’eco ondeggi,
L’onda echeggi,
Se di stelle scintillanti
Splende e brilla il ciel contento.
Scherzi lieto in ogni intorno...
Con bell’alto decreto
Pur alla fin tra vasti giri erranti
Il sospirato dì condusse il Fato,
In cui su queste sponde,
Con valore superno,
Un nuovo Augusto a trionfar discerno.
[Adige]
Ed oh come concorde a’ miei desiri,
O condorrier degl’anni
Giungi gradito e generoso, puoi
Far mia gloria la speme ond’è ch’imploro
All’argentea mia etade un secol d’oro.
Naiadi e ninfe
Su qui scherzate,
Date al mio nume
Vanto d’onor.
Tritoni e glauci
Lieti sonate
Donate in giubilo
Lodi al valor.
Naiadi e ninfe...
E voi che da quest’urna
Miei dolcissimi flutti al mar correte,
Con voi di questo core
I miei teneri affetti
Le più gradite al mar gioie porgete.
E ne’ vostri tributi or l’Adria abbracci
Dell’Adige fedel sudditi i bacci.
[Notte]
O Fiume fortunato,
Fortunata Città, Tempo felice,
S’oggi uniti vi lice
Ammirando cantar gl’altrui gran fasti,
Pur de vostri contenti
Sono anch’io a parte e benché sol mi bei
Ne’ vostri semidei col solo sguardo,
Né è il mio gioir
Per sol mirar codardo.
Col sereno di stelle brillanti
Se risplendo fra lucidi ardori
Anch’io applaudo alle gioie communi.
E s’io rendo ora fissi gl’erranti
Astri in ciel con più belli stupori
Vuò mia gioia alle vostre s’adduni.
Col sereno di stelle brillanti...
[Tempo]
Ma già co’ vanni miei
Affretto a questo ciel l’ora beata.
Già di Rovigo al trono
Un veneto tonante il piè rivoglie
E nel benigno core
Unito a Maestà risiede Amore.
Più bell’ore fortunate,
Amorose,
Non avranno le tue rose
Città degna or credi a me.
Se in te piove grazie un Giove
Speri invano alle tue glorie
D’ottener più gran mercè.
Più bell’ore fortunate...
[Adige]
E chi di pregi tanti
E tanta luce adorno
Su le mie sponde oggi risplender pole
Ad apportar fulgidi affronti al sole.
[Tempo]
Chi saper brama
Chieda alla Fama
Ch’il suo bel nome
Ridir saprà.
Ah che rimbomba
Lieta ogni tromba
Che le sue glorie
Sanando và.
Chi saper brama...
[Fama]
Da più remoti lidi,
Dove del sol nascente
Alla culla immortal piange l’aurora,
Con la tromba sonora
Delli Querini eroi le glorie isvelo
Benché i pregi suoi tanti
Son come stelle sue, luci di cielo.
In te dunque a ragion Cittade amata
D’allori cinto il crin trionfa e splende
Francesco il generoso, il giusto, il pio,
Che de latini Augusti
Emulando le glorie,
Qual Alcide secondo
Invitto del tuo ciel sottentra al pondo.
Del mio eroe trionfante
Alle piante incatenato
Resti il tempo, l’oblio, il livor.
A virtù suddito il Fato,
Con la sorte che è incostante
Da suoi cenni dipendi ogn’or.
Del mio eroe trionfante...
[Rovigo]
Se de Querini il merto
Ti dà o Fama alla tromba eccelso il fiato
Del provido mio fato
Essi tratto gentile,
Ch’io possa venerar or nel mio seno
Un dì Prosapia tale
Che se ben lo raviso
In fra l’alme più grandi egli è ineguale.
[Tempo]
Già dell’adunco ferro
Io formo a suoi trionfi un arco eterno,
E per scriver fra gl’astri
D’un sì degno rettor lucidi annali
Può a tempo il tempo oggi spennarsi l’ali.
[Fama]
E tu Fiume superbo,
Il di cui flutto altero,
Giganteggia alle stelle e i campi inonda,
A’ cenni del mio eroe
Placido corri e questo suol feconda.
[Adige]
Al nome del mio nume
Tace sommersa l’onda e la grand’alma
Qual Alfeo innamorato, inchino e adoro,
Quindi al tuo plettro d’oro
Concordino di voti i suoi concenti
In faccia al nostro Apol gl’ondosi argenti.
[Rovigo]
Anzi il popolo bel che ne circonda,
Con voci armoniose e giuste e belle
Invitino agl’applausi infin le stelle.
[Popolo]
Viva Francesco e viva
E seco viva ancor
Quell’immortale allor che gl’orna il fronte.
A fortuna s’ascriva
E a nostro eccelso onor,
Che sue gesta e valor per noi sian conte.
Viva Francesco e viva...
[Seconda parte]
[Notte]
Sin dove i vaghi lumi
Del monarca dell’Etra intorno al trono
Rendono eterno il giorno
D’usì de lieti applausi il bel rimbombo.
Quindi è che sì fecondo
E di fortuna il cielo
De Querini al gran offerito immortale,
Se a secondar i voti
De’ popoli devoti
Or il mio error il più bel lume al sole,
Fatto mallevador, sembra che invole.
Giusto è ben che infra gl’orrori
De Querini ai bei splendori
Lieto giubili ogni cor.
Già che lume più vivace
Fra le tenebre una face
Tramandar mirasi ogn’or.
Giusto è ben che infra gl’orrori...
[Rovigo]
Io che di questo eroe
Spero goder fra liete dee di pace
D’un bel governo i frutti,
Tutta gioie nel sen lieta festeggio.
E con eco sonora,
Poiché l’occhiuta diva
Rende palese al mondo
Gl’avi in lui, egli in lor; anch’io pur anco
Delle gran glorie sue
Resa teatro e trono
Emula a tutt’il mondo oggi ne sono.
L’orbe intero alla mia gloria,
Fortunata,
Ceda i venti dell’onor.
E di sì bella vittoria,
Sospirata,
Baldanzoso vada il cor.
L’orbe intero alla mia gloria...
[Tempo]
Ma delle rose tua bella Cittade,
Già ch’anch’io del mio ferro adunco e fiero
Formai vago obelisco
Del tuo gran regitor ai vanti alteri,
Perché degna corona
Non intessi al suo crine?
[Rovigo]
Grande regolator d’immense etadi,
E non miri vicina
Al nostro Alcide la sua bella Iole,
Che la triforme dea
Ne sembra accoppiata esser col sole?
A questa io le riserbo
Che di tanta beltà degni sol sono
Que’ fior, che di Ciprigna
Divinizzar col sangue.
[Tempo]
O Rovigo avveduta!
Rovigo più felice!
Se tue rose aggroppando in sì bel serto
Co’ tuoi fiori or coroni un doppio merto.
Sì sì che è ben dover
Coronare di odor chi è tanto bella.
Il nobil suo splendor
Merta sul crine aver oggi ogni stella.
Sì sì che è ben dover...
[Adige]
Argentei miei flutti
Or più non invidiate
Del Patolo e del Tago
D’arene d’or la bizzaria superba,
Se i spruzzi impreziosite
Dall’innaffio di rose sì gentili,
Che divenute stelle
Se rese degne d’adornar il cielo,
Racchiuso in un bel volto
Sanno rasserenar e luci e cori
Unendo a gran beltà più grati odori.
Se di Citara il nume
Vi diede o rose amene
Col sangue suo il color per farvi belle,
Anch’io con l’onda mia
Irrigandovi il piede
Vi erutrii all’onor di farvi stelle.
Se di Citara il nume...
[Notte]
Or sì che fra le notti,
Che da segnarsi al par de più felici
Giorni con bianca pietra
Vantano il pregio illustre
Ben posso esser ascritta.
Se nel ciel delle glorie
Transnaturata in dì mercar mi posso
Che in me risplenda un doppio sole unito;
Se sospendo ora il corso
A miei seguaci orrori,
per donar tempo al bel dover d’ogn’alma
Di tributar gl’omaggi
De Querini e Minotti ai doppi raggi.
Della gloria in sull’altare
Su correte alme brillanti
A sacrar gl’affetti e i cori.
E del merto sovra l’are
Onorate scintillanti
De Querini e Minotti i gran splendori
[Tempo]
Notte amica anche il Tempo
Applaude de tuoi voti ai giusti vanti.
Onde per più contenta
Render di tue fortune
La nobile giustitia,
Per qualche tempo ancora
Dell’ali mie m’immobilisco i vanni.
E vorrei di più anni
Non d’una sola notte
Ne fosse scielte l’ore amene e belle
Per coronar due soli con le stelle.
Per far eco a lor glorie serene
Lieto sia delle tromba il fragor
E di cetre sonore e giulive
Pien d’onori ne giubilo il cor.
[Adige]
Nel liquido mio letto
Sento con piè d’argento
Che in mormoranti balli
Esultano per gioia anche i miei flutti
Ai ben giusti contenti
Ch’oggi rendono lieti i figli tuoi
O Rovigo gentili d’eroi.
[Rovigo]
Ma tu o Fama che il nome
Promettesti eternar del gran Querini,
Della di lui degna consorte i vanti
Con più vaghe vicende
È ben giusto che canti,
S’ella della beltade
E della virtù i fregi
Racchidendo in se stessa or rende immota
Di fortune, alle glorie, ancor la rota.
[Fama]
Questa che dell’Argiva
Bella cagion delle troiane stragi
Porta il nome sublime,
Infin dall’alte cime
Dove in culla di luce
Dove in fasce d’orrori
pria pargoleggia il dì, poscia la notte
Con l’aurea mia tromba
innalzerò del sposo suo al paraggio,
Indi sciolgendo il volo
Ecco farammi e l’uno e l’altro polo.
Francesco ed Elena
Vivano eterni
Se eterno il merito
S’ammira in lor.
[Tutti]
Francesco ed Elena...
[Fama]
E di mia tromba
I fiati s’odano
Sin dove splendono
Del sol gl’ardor.
[Tutti]
E di mia tromba...
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Racc. Dramm. Corniani Algarotti
collocazione 1661
Scheda a cura di Giulia Giovani