Scheda n. 304

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1685

Titolo

All’hor che il cor d’Alcide / Cataldo Amodei

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Amodei, Cataldo (1650-1695)

Pubblicazione

[Napoli : per Novello de Bonis Stampator Arcivescovale, 1685]

Descrizione fisica

P. 125-148

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
All’or che il cor d’Alcide
2.1: (aria, re maggiore, c)
Guerra pensieri guerra
3.1: (recitativo, c)
Ma qual punta improvvisa
4.1: (arioso, re maggiore, 3/4)
Sa fulminare i cori al par del Sole
5.1: Largo(aria, si minore, c)
Hai vinto Cupido hai vinto
6.1: (recitativo, c)
Ai rai della bellezza
7.1: (aria, la maggiore, 3/8)
Ercol son ma sono amante
8.1: (recitativo, c)
Ma novelle catene
9.1: (arioso, la maggiore, c)
È Cloto la mia mano e fabbro un crine
10.1: (aria, la maggiore, c)
Filerò sino alla morte
11.1: (recitativo, c)
Su queste fila or la mia bella aduna
12.1: (arioso, re maggiore, c)
Che ai raggi di beltà cadon gl’Alcidi

Trascrizione del testo poetico

All’or che il cor d’Alcide
Fomentava la destra a eroiche imprese,
Su l’Africane selve
Esser solo si vide
Terror de’ mostri, e domator di belve;
E mentre nel suo cor l’ira s’accese
Le vittorie prefisse,
Vomitò le sue furie e così disse:

Guerra pensieri guerra
Del sangue de mostri,
Il bosco s’innostri,
Ondeggi la terra
Guerra pensieri guerra.
All’or che rimbomba
In campo la tromba
D’eterne corone
Si cingon le chiome
In sanguinario agone
Coll’altrui morte ha vita ha vita il nome.
D’una Venere gl’occhi neri
Non pon dare all’alma dolor,
Che gli spiriti miei guerrieri
Sono il cibo di questo mio cor.
D’una Venere gl’occhi neri
Non pon dare all’Alma dolor.
Io mi rido di Cupido
Che si vanta di fulminar,
Nel mio petto ha ricetto
La virtù di guerreggiar,
E sol Marte in ogni parte,
Sa d’ogn’alma trionfar
Io mi rido di Cupido
Che si vanta di fulminar.

Ma qual punta improvvisa
Rende l’Anima (oh Dio) vinta, e conquisa?
Ah la beltà di Iole
Sa fulminare i cori al par del Sole-

Hai vinto Cupido hai vinto
Un’Amazzon che ha seno di latte
Or m’abbatte.
Due pupille che fosche saettano
Mi dilettano
E il bellico ardore
Mi rendono estinto
Hai vinto Cupido hai vinto.

Ai rai della bellezza
Cade un Ercole sì sen cade umile
E la mia mano avvezza
A trucidar le fiere or è servile.
Già mi veggio confuso
S’invece della clava io prendo il fuso.

Ercol son ma sono amante
E fra lacci io vivo involto,
Fui compagno d’un Atlante,
Or son schiavo di un bel volto.

Ma novelle catene
Oggi il mio petto ottiene,
Se per le mie ruine
È Cloto la mia mano e fabbro un crine.

Filerò sino alla morte
Con la speme di gioire,
Mi lusinga oggi la sorte
Ch’un dì tesser potrò gioie al martire.
Pensieri guerrieri,
Fuggite da me,
Che senza sudori
Del caro mio bene
Io spero mercè.
Si coprano l’onori
Ancor senza pene
A prezzo si sé.
Un cor bellicoso
A cenno amoroso
Resister costante
Bastante non è.
Pensieri guerrieri
Fuggite da me.

Su queste fila or la mia bella aduna
Premio al servire et al mio cor fortuna.
Così diè fine al canto
E fè vedere intanto
Co i trionfanti gridi
Che ai raggi di beltà cadon gl’Alcidi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 35.1.22.10

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: