Scheda n. 301

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1685

Titolo

In solitarie Arene / Cataldo Amodei

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Amodei, Cataldo (1650-1695)

Pubblicazione

[Napoli : per Novello de Bonis Stampator Arcivescovale, 1685]

Descrizione fisica

P. 88-100

Filigrana

Non rilevata

Note

In corrispondenza del verso "Lo strale di Cupido a questo seno" è posta l’indicazione "Recit."

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
In solitarie arene
2.1: (arioso, si minore, c)
Accordò del suo core i mesti accenti
3.1: (aria, si minore, 3/4)
Tu che sei vera sembianza
4.1: (recitativo, c)
Che far dunque poss’io ditemi o Numi?
5.1: (arioso, si minore, c)
Un Sol vagheggio e godo solo i lumi
6.1: (aria, si minore, 3/8)
Voi specie vermiglie
7.1: (recitativo, c)
Lo strale di Cupido a questo seno
8.1: (arioso, si minore, 3/4)
Par che porti dolcezze ed è veleno
9.1: (recitativo, c)
In carcere d’argento
10.1: (arioso, si minore, c)
Vidde un Ciel che sparì provò l’Inferno

Trascrizione del testo poetico

In solitarie arene
Lidio gentile amante,
Lontano dal suo bene
Per compagni del core
Sempre vicini avea pianto, e dolore.
Ma nell’amar costante
Da un ritratto di Filli
Immerso nel martoro
Mendicava co’ sguardi il suo tesoro;
E all’armonia d’efimeri contenti
Accordò del suo core i mesti accenti.

Tu che sei vera sembianza
Di colei che bramo (oh Dio)
Non hai forza al petto mio
Darle gioie in lontananza.
Vivi sono i tuoi colori;
Ma son morti i miei contenti;
Sei di gelo a’ miei tormenti,
E pur spargi all’alma ardori.
Ti credo per vero,
Ti guardo, t’ammiro;
Ma solo martiro
Riceva il pensiero.
Ti credo per vero,
Ti guardo, t’ammiro.

Che far dunque poss’io, ditemi o Numi?
Un Sol vagheggio, e godo solo i lumi.

Voi specie vermiglie
Di gioie adorate,
Flagelli del Core,
D’amore figure,
All’alma, che pena
Dipinte portate
In vari colori
Disgratie, e venture.
Parmi aver quel che non ho
Stringo un Sol che Sol non è.
Né so dir se pace avrò,
Se confusa è la mia fè.

Lo strale di Cupido a questo seno
Par che porti dolcezze ed è veleno.

In carcere d’argento
Chiuse Lidio l’imago, e in un momento
Per dolor sempiterno
Vidde un ciel che sparì, provò l’inferno.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 35.1.22.7

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: