Scheda n. 2746

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1713

Titolo

In questo ameno bosco / Cantata à 2 con Violini / Daliso et Irene / Del Sig.r Antonio Caldara

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Redazione

[Roma : copia, 1713]

Descrizione fisica

28 p. ; 275x205 mm

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, contralto, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: All.o(sinfonia, si♭ maggiore, c)
1.2: Ad.o(sinfonia, c)
1.3: Presto(sinfonia, si♭ maggiore, 3/8)
2.1: (recitativo, c)
Irene, In questo ameno bosco
3.1: And.e(aria, do maggiore, 3/4)
Irene, Ma dà pena ogni momento
4.1: (recitativo, c)
Irene, Daliso, Mà qual rumor di mossi rami
5.1: allegro(aria, sol minore, 2/4)
Daliso, Peno anch'io bell'idol mio
6.1: (recitativo, c)
Irene, Daliso, Credi forse, ò Daliso
7.1: All.o(aria, re maggiore, c)
Irene, Ma la mia bella pace
8.1: (recitativo, c)
Irene, Daliso, Pur Eniso ed Alceste
9.1: allegro(aria, fa maggiore, c/)
Irene, Amami pur, o cara
10.1: (recitativo, c)
Irene, Daliso, Si, che l’iniqua invidia
11.1: allegro(duetto, sol maggiore, 3/4)
Irene, Daliso, Caro Daliso
12.1: (recitativo, c)
Irene, Daliso, Bella madre d’amore
13.1: Larghetta, Alla Pastorale(duetto, si♭ maggiore, 12/8)
Irene, Daliso, Finche l’erbetta pasceran le Agnelle

Trascrizione del testo poetico

In questo ameno bosco
Sull’apparir della novella Aurora
Disse venir Daliso,
E non lo veggio ancora
Più sollecito sempre ei pur s’affretta,
E godo di trovarlo allor che lieto
Me previene e m’aspetta.
Or qual cagion funesta
Caro Daliso il tuo ritorno arresta.

Mi dà pena ogni momento
E non passa mai quell’ora,
Che t’aspetta il core amante.
Si durasse il mio contento;
Ma se meco fai dimora
Passan l’ore in un momento.

<i>Irene</i>
Ma qual rumor di mossi rami io sento
È forse qualche fera?
Ho pronto l’arco e il dardo.
Ahi, sarà forse quella
No, è Daliso il mio bene
<i>Daliso</i>
È il tuo fedel Daliso o bella Irene
<i>Irene</i>
Perché tardasti, o caro
Non vedi, che già il sole, è fuor dell’onde?
<i>Daliso</i>
Io venni prima, o bella
E ascoso tra quei rami, e quella fronde
Volli far prova del tuo fido amore
Cara quanto godei,
Che penasse il tuo core
Perché il tuo buon Daliso non venia;
Or saprai quant’io peno
Allor, che aspetto,
Perché ai provato pur la pena mia.

Peno anch’io bella idol mio
Ma son dolci quelle pene
Quando viene il mio tesor
Gran tormento all’ora io sento
Quando aspetto il caro bene
Ne me viene a dar ristor.

<i>Irene</i>
Credi forse o Daliso,
Che sia minor dell’alma mia l’affanno
Quando so che m’aspetta il mio bel sole,
Ne posso ove egli sta mover le piante
Saria troppo felice un alma amante
Se facil fosse tutto quel che vuole.
<i>Daliso</i>
Ah so ben, che l’invidia altrui molesta
A’i puri miei contenti
Troppo è sovente infesta.
<i>Irene</i>
Temo, che Delia, e Clori
Voglian turbar la pace
Dei nostri dolci amori.
Or l’una or l’altra spesso
M’arresta per la via
E altrove mi disvia
Non le deggio sprezzar,
Perché darei agio alla lor vendetta
Che han troppo amica la Nutrice mia
Creder ben puoi se con dolor le siegua
Pensando a chi mi turba,
E a chi m’aspetta

Ma la mia bella pace
Pur vengano a turbar
Che l’amorosa face
Non possono smorzar
Nel tuo bel petto
Sia pena o sia contento
E pago il nostro cor,
Ne mai la pioggia e il vento
Frondar potranno il fior
Del nostro affetto.

<i>Daliso</i>
Pur Eniso ed Alceste
Contro gli affetti nostri
Han livido pensiero
<i>Irene</i>
Spesso mi guardan fisso
E mi fan segno d’amoro desio
Ma superba gli sdegno;
È rivolgende altrove
O chinando alla terra il grave sguardo
Lor passo innante altera e non li guardo
<i>Daliso</i>
Vorrian tal volta traviarmi ancora
Come a te fan l’invide tue compagne,
Ma con risposte corte io lor m’involo,
Ne temo la vendetta
Perché san quanto io sia destro, e gagliardo
Alle lotte, ed al cesto all’arco, e al dardo.

Amami pur, o cara
Amami non temer
Fin che il nostro voler
Sarà costante
E l’alma amante
I suoi bei lacci d’oro
Non spezzerà
Dall’ alta guercia impara
Iventi a disprezzar
Le vengono a sfrondar
Il crin seluoso
Ma il suo riposo
Chi sarà mai di loro
Che turberà.

<i>Irene</i>
Sì, che l’iniqua invidia
Renderà più costante il nostro affetto
Or vien Daliso mio
In riva al ruscelletto
Ove pascon le mie semplici Agnelle
Ma le tue pecorelle
Eulibio il pastorel le tiene in cura
<i>Daliso</i>
Dunque s’avvide ei pur del nostro amore
<i>Irene</i>
S’avvide sì, ma lieto
<i>Daliso</i>
E degli altrui contenti
Andiamo pur che assisi sull’erbetta
<i>Irene</i>
Mentre pascon gli armenti
Godrem la fresca, e matutina auretta.

<i>Irene</i>
Caro Daliso
L’auretta grata
Dal tuo bel viso
Innamorata
Fresca e odorosa
Sen’vola a te
Ed il ruscello
Al praticello
Co’i dolci umori
Nutrisce i fiori
Ove si posa
Il tuo bel piè,
<i>Daliso</i>
Mia bella Irene
L’aura vezzosa
Pria da te viene
Dolce amorosa
Poi perche t’amo
Sen volo a me.
E amico il rio
Del desir mio
Co’i freschi umori
Nutrisce i fiori
Perché li bramo
Sola per te.

<i>Daliso</i>
Bella madre d’amore
Seconda i voti miei.
Fa che mai non si spenga
Il tuo soave ardore, che per me accese
Il tuo celeste figlio
Nel bianco sen d’Irene.
<i>Irene</i>
Fa che mai non si rompan le catene,
Che stringono per me Daliso amato
Fallo che degli amanti amica sei.
<i>a 2</i>
Bella madre d’amore
Seconda i voti miei.

Finché l’erbetta pasceran le Agnelle
Seconda i voti miei Madre d’amore
Né possono pastori e pastorelle
Smorzar favilla mai del nostro ardore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant. Hs. 784

Scheda a cura di Magdalena Boschung
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