Scheda n. 2686

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1711

Titolo

Il Genio / Cantata à Voce Sola con Violini / Del Sig.r Antonio Caldara

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1711]

Descrizione fisica

C. 2-21

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: All.o(sinfonia, do maggiore, 2/4)
1.2: Ad.o(sinfonia, c)
1.3: All.o(sinfonia, do maggiore, c/)
2.1: (recitativo, c)
Daliso, Irene idolo mio, più lustri son che per te
3.1: All.o(aria, fa maggiore, c/)
Daliso, Cieco amor cieca è la sorte
4.1: (recitativo, c)
Alta forza non vale à pugnar contro il genio
5.1: All.o(aria, la minore, 3/4)
Daliso, Contento è il core quando in amore
6.1: (recitativo, c)
Daliso, No che non furon dardi
7.1: And.e(aria, do maggiore, c)
Daliso, Dalla tua vaga sembianza

Trascrizione del testo poetico

Irene idolo mio
Più lustri son che per te nel mio core
Nato dal Genio hebbe la culla Amore.
Sento d’amarti sì d’allor Daliso,
Ch’era il più verde de suoi teneri anni,
Ma perché troppo frali
Benché pungenti strali
Eran quei che cingevo al debil fianco
Per ferire il tuo core
Di scoccarli fui stanco
E ben conobbi, che bendato amore,
E cieca era la sorte
Onde in man posi al tempo, e alla vendetta
Contro il destino il dardo e la saetta.

Cieco amor cieca è la sorte
Con cent’occhi e il genio mio.
Talor quello è guida e morte,
Questo scorta a un bel desio.

Alta forza non vale
A pugnar contro il genio del mio core
E col tempo prevale
Il rio fatal destino il Dio d’Amore.
Al fin giunta è quell’hora,
Che fatto adulto entro del petto mio
Quel genio istesso quell’istesso ardore,
Hor si discopro, che non mai fu estinto,
E del trionfo mio men vado altero
Del destin vincitore e da te vinto.

No che non furon dardi,
Quelli che in petto a me ferito il core,
Furon bene i tuoi sguardi Irene mia
Che colle tue pupille
Imprimesti nell’alma un tanto ardore,
Che senza già mai fu
La sua piaga, e sì dolce la ferita
Che sol chiuder potrò con la mia vita
E quell’antico foco
Havrà più forza in quello istesso loco
Ove il serbai coperto, e non fù spento
Ov’hebbe Insieme e culla et alimento.

Dalla tua vaga sembianza
Dal mio genio, è nato amore.
Lo nutrì tempo e speranza
Lo farà grande il mio core.

Contento è il core
Quando in amore
Portò la palma
Dei genj suoi.
Trionfo chiama
Il cor che t’ama
Il restar vinto
dagl’occhi tuoi.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
fondo Santini
collocazione Sant.Hs.748.1

Scheda a cura di Magdalena Boschung
Ultima modifica: