Scheda n. 2677

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1711

Titolo

Risposta all’amor lontano / Cantata à Voce Sola con Violini / Del Sig.r Antonio Caldara

Presentazione

Partitura

Legami a persone

possessore: Ruspoli, Francesco Maria (1672-1731)
compositore: Caldara, Antonio (1671c-1736)

Redazione

[Roma : copia, 1711]

Descrizione fisica

C. 130-146v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Caro Daliso mio so che pena il tuo core. Cantata, Risposta all'amor lontano

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: All.o(sinfonia, si♭ maggiore, c)
1.2: Adagio(sinfonia, 3/2)
1.3: Presto(sinfonia, si♭ maggiore, 2/4)
2.1: (recitativo, c)
Irene, Caro Daliso mio, sò che pena il tuo core
3.1: All.o(aria, sol minore, c)
Irene, Se provata ha la procella
4.1: (recitativo, c)
Irene, Già che tu m'ami con perfetto amore
5.1: And.e(aria, do minore, 3/4)
Irene, Se co'gl'occhi della mente
6.1: (recitativo, c)
Irene, Grate mi son quell'ore
7.1: Allegretta(aria, si♭ maggiore, 3/8)
Irene, Sei lontano, e pur d'appresso

Trascrizione del testo poetico

Caro Daliso mio,
Sò che pena il tuo core
Perché vive lontan dagl’occhi miei,
Ma se di ciò, che brami
Tutto ottenessi non sarebbe amore,
Come tu lo dipingi
Fabro d’ogni dolore, e d’ogni affanno,
Così tu dei soffrir di lontananza
il duol, che ti tormenta,
E sperar dei colla costanza al fine
Che d’amor giungerai lieto al confine.

Se provata ha la procella
Lieto giunge al porto il pino.
Bel trionfo è d’alma ancella
Quando vince il suo destino.

Già che tu m’ami con perfetto amore
Appagar pur dovresti il tuo desio
Nel rimirarmi ancora
Cogl’occhi della mente, e del pensiero
Mentre ben le pupille
Del pensier, della mente
Sanno mirar la più perfetta idea
Benche più vaghi sian gl’occhi del volto,
E gl’occhi tuoi Daliso
Che al primo sguardo loro
La pace all’ alma, e al petto il cor m’han tolto.

Se co’gl’occhi della mente
Tu fissato havessi il guardo
Non saria ferito cor.
Che il dolor quella non sente
Della piaga, che col dardo
Fece all’alma il Dio d’amor.

Grate mi son quell’ore,
Che seguir l’orme mie veggio il tuo piede
Anzi vorrei, che i tuoi vezzosi lumi
Mirasser me che l’amo ogni momento,
Ma se brami d’appresso
havere Irene, e come non comprendi,
Che assai più, che col passo e col ciglio
Vicino con il core a me ti rendi,
E se vicino con il cor mi sei
Lontano esser non puoi dagl’occhi miei.

Sei lontano, e pur d’appresso
A te vive il mio desio.
E non son lungi a te stesso
Se quel cor che porti, e mio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
fondo Santini
collocazione Sant.Hs.748.8

Scheda a cura di Magdalena Boschung
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