Scheda n. 261

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1659

Titolo

Il Ricco Epulone. Lamento / [Maurizio Cazzati]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cazzati, Maurizio (1616-1678)

Pubblicazione

Bologna : herede del Benacci, 1659

Descrizione fisica

P. 171-182

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’incipit testuale della cantata a p. 171; il nome dell’A. si ricava dal front. dell’intera edizione; alcune sezioni della cantata sono contraddistinte dalle denominazioni Aria e Recitativo

Titolo uniforme

Là tra l'alme dannate. Cantata lamento, Il Ricco Epulone

Organico

Basso e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
B, Là tra l’alme dannate
2.1: Adagio(aria, re minore, 3/4)
B, Pietade, pietade
3.1: (recitativo, c)
B, Ma con chi mi lamento
4.1: (aria, la minore, c)
B, Venite sentite
5.1: (recitativo, c)
B, E prova in un momento ah rio martire
6.1: (arioso, la minore, c)
B, Un Inferno di pene al suo fallire

Trascrizione del testo poetico

Là tra l’alme dannate
Ove con cieco oblio la notte impera
Caliginosa e nera;
Affannato e dolente
Chi al povero mendico
Negò poca pietade
Al severo strazziar d’aspri tormenti
Sprigionò queste voci a suoi lamenti.
E dunque ahimé si niega
Una sol stilla d’onda in tanto ardore?
Né al mio longo penare alcun si piega?
Pietà Padre pietade,
Tu che nel seno tuo
Lazaro il mendicante hora racchiudi
Ahimé come m’escludi.
Misero a quanti guai
La mia colpa crudele hor mi destina?
Invan chieggio, invan miro,
Invan piango e sospiro
La mia pace vicina;
Che Tantalo novello alla mia spene
Vedo la gioia e mi consumo in pene.

Pietade, pietade
Non tanto rubelle
Mi siate voi stelle,
È ria crudeltade
Strazziar chi si more
Con tanto dolore
Il cor soffrirà?
Pietade ahime pietà.

Ma con chi mi lamento
A che pietade imploro, a che sospiro
Se per me sorde sono, e l’aure e il vento?
Maledetto destino,
Dispietata mia sorte
Moro ogni punto e mai trovo la morte.

Venite sentite
Da gl’antri più flebili
Voi mostri terribili
Le pene indelebili
Che l’alma mi struggono
Fra tante impietà
Chi va preda al dolore,
Chi mal visse mal more.

E prova in un momento ah rio martire
Un Inferno di pene al suo fallire.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
collocazione Musica C3.15

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: