Scheda n. 2379

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1760-1800

Titolo

Di Rossana Parole, e Musica

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Scalfi, Rosanna (1704 circa - dopo il 1742)
autore del testo per musica: Scalfi, Rosanna (1704 circa - dopo il 1742)
possessore: De Candia, Giovanni Matteo (1810-1883)
possessore: Cerutti, Domenico

Redazione

[Veneto : copia, 1760-1800]

Descrizione fisica

4 c. ; 220x300 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’intitolazione a c. 30v; num. delle carte moderna (30-33); a c. 30v in alto a dx è scritto: "XI"; a c. 30r conclusione di Arder di due pupille (v. scheda 2378); nella descr. analitica 4.1 è in 6/8, mentre l’originale riporta 3/8

Titolo uniforme

Organico

Contralto e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
A, Ecco il momento estremo
%C-3@c 4-'A8xFG/4A,A'x.F8F/
2.1: Adagio(aria, la maggiore, c)
A, Non partite vi prego o pastori
3.1: (recitativo, c)
A, Ma pur non torna o Dio
4.1: (aria, re maggiore, 6/8)
A, Addio Tirsi addio ti lascio

Trascrizione del testo poetico

Ecco il momento estremo,
Ninfe, della dolente
Vostra compagna Irene.
Sapete pur ch’ella fu fida e quanto
Al suo pastore amato,
Ed ei sempre giù volli esser costante;
Ma non sapete, o Dio,
L’infedeltà dello spergiuro amante:
Egli deride i miei lunghi pianti,
Egli non guarda il mio lungo servire,
Egli sprezza il mio amore.
S’io lo seguo mi fugge,
S’io parlo non risponde,
S’io gli dico t’adoro
Ei non mi cura e non mi guarda in volto.
Eccomi dunque, o ninfe,
Non già più quella Irene
Ch’era poc’anzi dal crudel sì amata,
Ma ben piuttosto ombra
Di quella che solea
Vaga di sua bellezza
Prima specchiarsi in sul mattino al fonte.
Ma voi ninfe e pastori,
Perché fuggite e mi lasciate sola?
Deh, restate, vi prego,
Ancor per un momento
A consolar la vostra pastorella
Ch’ama un pastor che è la sua eterna stella.

Non partite vi prego, o pastori,
State meco tra l’erbe e tra fiori
Sin che torni l’amato tesoro.
Ma nel core io già sento una pena
Che la speme dell’alma avvelena
Se non riede colui per cui moro.

Ma pur non torna, o Dio,
Il caro idolo mio.
A voi dunque mi volgo, o selve, o prati,
A voi che del mio affanno
Siete compagni fidi,
Vi prego all’or che torni
Colui per cui mi moro
Dirgli che pria ch’io qui mi cada estinta,
Scrissi ne’ vostri tronchi
Il mio fiero tormento,
Scrissi la pena mia col sangue mio.
Ma con chi parlo, o Dio?
Non m’ascoltan pur questi.
Almeno Tirsi almeno
Se tu fossi presente in questo punto
Io morirei contenta
Solo per poter dirti,
Tirsi, mio ben, mio amore,
Io moro ma nel petto
Ho impresso il caro nome e il dolce oggetto.

Addio Tirsi, addio ti lascio
Vanne pur ad altri in seno
Ch’io già moro a te fedel.
E in morir ti prego almeno
Di non esser spietato
Alle ceneri crudeli,
Di non esser o spietato
Alle ceneri crudeli.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3819.11

Scheda a cura di Giacomo Sciommeri
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