Scheda n. 233

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1640-1660

Titolo

Corse col fero dente

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

[Arie e cantate] (n. 207/2)

Pubblicazione

[Roma : copia, 1640-1660]

Descrizione fisica

C. 13r-26v

Filigrana

Non rilevata

Note

Il tit. si ricava dall’incipit testuale a c. 13r

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
S, bc, Corse col fero dente
@c 4A4.A8AAG/4AA8B6BB8B6B''C8DD-6EE4E8EF/
2.1: 2(aria strofica, c)
S, bc, Se d'amor degna mercede
3.1: 3(aria strofica, c)
S, bc, Ma talor legge tiranna
4.1: 4(recitativo, c)
S, bc, E talora empia non meno
5.1: 5(aria strofica, c)
S, bc, Folle amante e pur ti credi
6.1: 6(aria strofica, c)
Bel desir di scettri e d'ori
7.1: 7(recitativo, c)
E non sai qual più vaglia
8.1: 8(recitativo-arioso, c)
S, bc, Senti del padre amore
9.1: (aria, mi minore, c)
S, bc, Chi non sa prender consiglio
10.1: (recitativo, c)
S, bc, Così da genitore
11.1: 11(aria, re maggiore, c)
S, bc, Tu ritorna a nuova vita

Trascrizione del testo poetico

Corse col fero dente
A lacerarmi il seno
L’empio mostro crudel di gelo armato
E con letal veleno
Per le vie della vita empio et ingrato
Ad infettarmi il Cor nol niego entrò

Se d’Amor degna mercede
Sempre mai sol fosse Amore
Non potria gelarsi un core
Quando tutto arde di fede.
Ma talor legge tiranna
Serba amor nel vasto Impero
Che men goda un cor sincero
Di quel cor che sempre inganna

E talora empia non meno
L’aura mormoratrice
Congiurata à miei danni
Per più farmi infelice
Con susurro maligno a me dicea

Folle amante e pur ti credi
Che senz’esca il foco viva
Lontananza è sempr’ infida
Credi sol quel che sol vedi.
Bel desir di scettri e d’ori
Al tuo ben forse più aggrada
Che’l valor della tua spada
Che l’onor de tuoi allori.

E non sai qual più vaglia
O la legge d’amore o di natura?
Ah chi non meno ha cura
Del paterno voler che dell’amante
La bella Bradamante
Da straniero confine
Vago traesti il piede
E quasi noto a pena
Di tua condizion mormora un solo
Tu di barbaro Polo
Tu di legge diversa e varia fede
O speranze di vetro e tanto speri?
Fra tuoi vasti pensier serba quest’uno
E se ti par leggiero
Ama pur quanto sai
Spera spera Ruggiero

Senti dal Padre Amone
La legge stabilita
Di nettare condita
Resa più dolce alla dubbiosa figlia
Onde già si consiglia
A non farsi ritrosa
La giovinetta sposa
Il nemico Rinaldo
Odi che dice o Ruggiero infelice?

Chi non sa prender consiglio
Quando tien sua sorte in mano
O non vede il suo periglio
O il suo ben lo spera invano
E disperde ogni contento
Senz’aver più speme alcuna
Chi di prospera fortuna
Rende il crin libero al vento

Così da genitore
Tutto amor tutto fede e tutto foco
nacque la gelosia figlia crudele
Che’l proprio padre ingratamente uccide
Or che ritorna il core
Salamandra amorosa
Nella fiamma per te fatta più viva
Struggerassi dell’alma il crudo gelo
Dileguarassi ogn’ombra
E incenerito il velo
A terra andrà chi la ragion adombra

Tu ritorna a nuova vita
O mio core esca di morte
Tu rinasci a miglior sorte
O mia speme incenerita
Tu ricalca omai le vie
Ch’à mio prò premesti or ora
La dimora è nemica a bei desiri
Non ridire i miei deliri
Non tacer l’aspre mie cure
Fede fa della mia fe’
E per me giurale pure
Che s’io vivo è sua mercè

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione MS Musicali 141 [71.9.A.33].2

Scheda a cura di Tiziana Affortunato
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