Scheda n. 2282

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1679

Titolo

Che volete da me stelle crudeli

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Coya, Simone
autore del testo per musica: Pompeo N.N.
dedicante: Savoia-Nemours, Marie Jeanne Baptiste (1644-1724)
dedicatario: Coya, Simone

Pubblicazione

Milano : nella stampa de fratelli Camagni alla Rosa, [1679]

Descrizione fisica

P. 1-42

Filigrana

Non rilevata

Note

Dopo 5.1 è indicato: "SI SONA LA SFACCIATA". Dopo 7.1 è indicato "si sona la siciliana". "SI CANTA LA SICILIANA". Dopo 9.1 indicato: "SI SONA LA TARANTEL.". "Si Canta la Tarantella". Dopo 13.1 indicato: "SI SONA LA PUGLIESE". "Si canta la Pugliese". Dopo 15.1 indicato: "Si sona la carrese"."Si canta la Carrese"

Titolo uniforme

Che volete da me stelle crudeli. Cantata, L'amante impazzito

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Giovani 2011b: II, pp. 126-127
Gaspari 1893: III, p. 223
RISM A I: C4356

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, la maggiore, 3/2)
Che volete da me stelle crudeli
2.1: Allegro(aria, la maggiore, c-6/8)
Fate pur quel che volete
3.1: (aria, sol maggiore, 3/2)
Alli pazzi non si dice
4.1: Largo(aria, la maggiore, c)
O che parli o che taccia o vegli, posa
5.1: Grave(recitativo, c)
Volete una sonata
6.1: Sfacciata alla napolitana(aria, sol minore, c)
O quant'a volte l'aggio ditto Amore
7.1: Largo(recitativo, c)
Bella canzone a fè ma non mi piace
8.1: Affettuoso(aria alla siciliana, sol minore, c)
Cruda sorti pietà non chiu turmenti
9.1: (recitativo, c)
Ma che son forse Orfeo
10.1: Tarantella(aria, la minore, c)
E allor ch'al cor m'accese
11.1: Grave(recitativo, c)
E che mi giova cantar la tarantella
12.1: Presto(aria, 6/8)
Non è questo il mio mal
13.1: (recitativo, c)
Tò tò vien qui barone
14.1: Pugliese(aria, sol maggiore, 8/6)
O cruda tigre o perfida tiranna
14.1: Pugliese(aria, sol maggiore, 8/6)
O cruda tigre o perfida tiranna
15.1: (recitativo, c)
Hor s'io fossi Fetonte
16.1: Carrese(aria, sol maggiore, c)
Non ho paura no, con foco e strale
17.1: (recitativo, c)
Hoibò che canto è questo
18.1: Pastorale, Largo(aria, do maggiore, c)
Core acceso d'Amore
19.1: (recitativo, c)
E che tanto cantare
20.1: Allegro(aria, la maggiore, 6/4)
Impazzite anche voi se son pazz'io

Trascrizione del testo poetico

Che volete da me stelle crudeli?
Non vi basta finora
Avermi incatenato
Col biondo crin d’una crudel tiranna?
Ch’oggi volete ancora
Che vinto d’amorosa frenesia
A prov’afforza d’Amor nuova pazzia.

Fate pur quel che volete
Io per me voglio esser pazzo
Per menar l’ore più liete
E andar sempre a sollazzo.
O quanti onori finti e bizzarrie
Si chiamano creanze e son pazzie.

Alli pazzi non si dice
Via figliuol che non sta bene
Quanto fan ben tutto lice
Quanto vuol tutto conviene.

O che parli o che taccia o vegli, posa
Gli è vergogna ed onor tutt’una cosa.

Volete una sonata
Ma cercatela pur di poca spesa
Che se grave la volete
Grave pesa
Sapete quel vuò fare
Vel dico alla svelata
A’ pazzi sol convien che la sfacciata.

O quant’a volte l’aggio ditto Amore
Quest’arso core mio
Lascialo andare e finescila.
Via cupido
Cieco infido
Muove il piè longi da me.

Bella canzone a fè ma non mi piace
Poiché tengo al cor un moncibello
S’accende il petto mio con forza strana
Musa mia convien siciliana.

Cruda sorti pietà non chiu turmenti
Non fari la mia Dia tant’aspra e dura
Che s’io sempre l’amai fra pene e stenti
L’amerò chius’ancor in sepultura.

Ma che son forse Orfeo
Che con il canto mio
Vogli placare le mie fiamme immense
O la mia cruda stella
Dunque continuo un po’ la tarantella.

E allor ch’al cor m’accese
Un sì gran foco
Che mi strugge e consuma
Ogni momento
Allo mare e allo mare
Tanto ardor si può smorzare,
Allo mare e allo mare
Corri, corri se poi sanare.

E che mi giova cantar la tarantella
Non è questo il mio mal
Ma sol un’empia stella
Che mi meni impazzito allo spedale.

Tò tò vien qui barone
Prestami in cortesia quel colascione.

O cruda tigre o perfida tiranna
Non ti basti d’avermi offeso, attorto
A morir il tuo sdegno or mi condanna
E che gusto averai quando son muorto
Và mariola và.

Or s’io fossi Fetonte
E guidassi del Sol il biondo carro
Quanti accenti darei lieto e bizzarro.

Non ho paura no, con foco e strale
Altro che fiamme io port’acceso in petto
Và poveretto và.

Hoibò che canto è questo
Quando lieto credeva
Sui zaffiri del Ciel andar vagando
Dietro de bovi or mi ritrovo arando.
Vorrei menar al bosco che si onore
Non viè non mie vergogna
Voglio fare il pastor con la zampogna.

Core acceso d’Amor(e) non t’avvilire
Sol che sei generoso io ti conosco,
Qui la tua fiamma al Ciel può risalire
Che ben ponno nudrir le fiamme, il bosco.

Quando tua Clori
Vedrà gl’ardori
All’ora dirà
Non più dolori
Che n’ho pietà
Ed io felice
Se tal giorno veder cor mio si lice.

E che tanto cantare
Son fatto mezzo roco
Voglio spassarmi al gioco
Abbiatemi patienza
Se vi tormento amici
Voglio che fate tutti a modo mio
Impazzite anche voi se son pazz’io.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione Z.29.1

Scheda a cura di Giulia Giovani
Ultima modifica: