Scheda n. 2248

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1635

Titolo

Ecco del mio dolore

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Negri, Francesco
editore: Vincenti, Alessandro (1591-1667)
dedicatario: Gonzaga, Vincenzo (1602-1694)
dedicante: Negri, Antonio

Pubblicazione

Venezia : Alessandro Vincenti, 1635

Descrizione fisica

P. 20-24

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Tenore e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, re minore, c)
Ecco del mio dolore

Trascrizione del testo poetico

Ecco del mio dolore,
Ecco del mio desire,
Giunto pur Lilla il fine.
Non sia più che ne struggi
Amand’ e desiando
Me la tua vita e te la morte mia.
Alla morte son gionto
Da me tanto bramata
Quanto m’era il campar noioso e grave.
Alla morte son gionto
Ove sol questa spoglia
Della tua crudeltà rimarrà preda.
Dignissimo trofeo
D’iniquissima voglia
Ma l’alma che sin ora
Nova furia d’Averno
Fra tante pene rie tenesti involta
Da tanti affanni sciolta
Abolirà quel bello
Che ti concess’ il cielo e ora adora
Se natura sì fiera in sé rinchiude
Biasmerà quel desio
Ch’a vaneggiarla trasse
Per cagion così vile
Del tuo perfido petto
Aperti li saran gli empi pensieri,
Scorgerà del tuo core
L’ingiustissimo affetto
E la chiudan gli Elisi o pur l’Inferno.
Pur che per te non peni
Per che da te si tolga
Nulla sia che s’encuri
Poi che più dell’Inferno
Ha Inferno assai maggiore
Alma ch’informi innamorato core.
Moro dunque contento
E con il mio morire
Darò fin al languire e acciò ch’a pieno
Non paghi il tuo desio questa mia morte
Ancor ch’altro non brami,
Ancor ch’altro non tenti
Con moribonda mano
Se grat’ho questi versi
Ed ho del mio morir dato la nova
Che sò che perché mia
Men grat’assai ti sia;
Così mi fosse dato
Pria che l’alma si sciolga
Dal suo caduco velo
Scior quel nod’ond’amor l’anim’avvinse;
Mi fosse pur concesso
Forse mi dat’in sorte
Per breve spazio almen viv’aborrirti,
Felicissimo appieno
S’inceneriss’il seno
La fiamma dello sdegno e non d’amore.
Ma poi ch’avaro cielo
Questo breve conforto mi contende
Io t’adoro morendo e acciò più presto
Poss’odiarti quest’alma
L’incendio accresco onde mi strugg’e sfaccio
Son mantici i desiri
Onde più vivo serpe
Ma se già mi consuma
Quest’amoros’ardore
Sarà pur d’odio alfin ministro Amore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione BB.35.11

Scheda a cura di Giulia Giovani
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