Scheda n. 2028

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1700

Titolo

Cantata seconda / Bernardo Gaffi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Gaffi, Tommaso Bernardo (1667-1744)
dedicatario: Ruspoli, Francesco Maria (1672-1731)
tipografo: Mascardi, Innocenzo
librario: Fioresi, Giuseppe

Pubblicazione

Roma : Mascardi, 1700

Descrizione fisica

1 partitura

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata è per Soprano e basso continuo, ma contiene un’aria con violoncello che può, secondo la premessa di Gaffi, essere suonata anche dal cembalo.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, violoncello e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (aria, sol minore, c)
Qual'oggetto si palesa
2.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
Andromeda infelice, ahimè che miri?
3.1: Ardito(aria, mi♭ maggiore, 3/4)
Son quella sì
4.1: (recitativo-arioso, do minore, c)
Sì, quella io son; Mà oh Dio!
5.1: Allegro(aria, si♭ maggiore, 3/4)
Mà prepari, empia sorte
6.1: (recitativo, sol minore, c)
Risoluta à morire
7.1: Allegro(aria, re minore, 3/8)
Già trionfante
8.1: (recitativo, si♭ maggiore, c)
Tolta alle fauci orrende
8.2: (arioso, sol minore, 3/4)
Fia che grande e immortal sen voli agl'astri

Trascrizione del testo poetico

Qual’ogetto si palesa
Nuovo à me sù quest’arena.
Lusingarmi vuol la speme,
C’habbia il Fato destinato
Un campion per mia difesa,
Mà poi teme l’alma mia,
Ch’ei non sia
Un compagno alla mia pena.

Andromeda infelice, ahimè che miri?
Dove l’incaute piante
Troppo ardito garzone affretti e giri
Della Furia guizzante
La spalancata gola,
Cui stigia rabbia diè maligna stella,
Vuole una preda sola ed’io son quella.

Son quella sì,
Ch’in regia cuna
Sublime spirito
Dal Ciel sortì.
Son quella sì,
Che contro l’impeto
Di ria fortuna
Salda starò
In sino all’ultimo
Fin de miei dì.

Sì, quella io son; Mà oh Dio!
Già s’inoltrò l’audace
Ad affrontar l’orribil Mostro; ed io,
Che generosa vanto
Di gelido timore
Alma incapace, hor da contrario affetto
Sento agitarmi il petto:
Mentre improviso un lampo di speranza
Sorge per abbagliar la mia costanza,
E par ch’imprima il mio severo ciglio
Un ombra di terror l’altrui periglio.

Mà prepari, empia sorte,
À miei danni nuovi affanni,
Se più n’inventò.
D’incontrare ogni estremo
Tormento non pavento,
Ne mai cederò.

Risoluta à morire
Da coraggiosa e forte
Questo sol per pietà, Numi, vi chieggio
D’affrettarmi la mor... Ah nò! che veggio?

Già trionfante
Del Mostro estinto
L’Eroe straniero
Sen riede altero
Di palme cinto.
E già il mio cor
Si dà per vinto
À quel sembiante
Vezzoso e fiero,
Che spira ardor.

Tolta alle fauci orrende
D’indegna morte da tua invitta mano
À te, Campion sovrano,
Andromeda si rende
E quest’alma reale,
Ch’oggi del tuo valor trofeo s’appella,
Fatta all’altra gemella,
Che vive nel tuo sen grande e immortale
Senza temer mai più scempi e disastri.

Fia che grande e immortal sen voli agl’astri.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione EE.244.2

Scheda a cura di Berthold Over
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