Scheda n. 1902

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1630-1670

Titolo

Qual dedalo d’affanni / del Sig. Giuseppe Corsi

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1630-1670]

Descrizione fisica

C. 12, 107-118v (effettive 97-108v) ; 225x280 mm

Note

Come le precedenti cantate del ms, anche questa presenta un’errata numerazione delle carte corretta da altra mano. In altra fonte (I-Nc A 31), la stessa cantata viene attribuita ad Antonio Domenico De Mundo

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, re minore, c)
S, Qual dedalo d’affanni
%C-1@c %C-1@c 4-'4A'8A'8A'8A'8bB/'8G'8G'8G'8G'4.G'6G'6A/'2bB
2.1: (arietta, re minore, c)
S, Già ch’il destino è sì ferino per me
3.1: (arioso, la minore, c/6/8)
S, Disperati pensieri; Vi sia noto ch'in un petto
4.1: (recitativo, c)
S, E s’in ozio felice
5.1: (arioso, sol maggiore, 3/2)
S, La pace nell’ombra
6.1: (arioso, sol maggiore, 6/4)
S, Ne mormora fronda che scossa non sia
7.1: (recitativo, sol maggiore, c)
S, Ma sì barbari siete
8.1: (arioso, re minore, c)
S, S’un sogno pria soleo
9.1: (recitativo, re minore, c)
S, Ma folle ah che pretendo?
10.1: (arioso, re minore, c)
S, Rimembranze fuggite

Trascrizione del testo poetico

Qual dedalo d’affanni
Di cipresso si fé cedra dolente
E qual fato tiranno
Con le misere mie
T’armonizzo sì flebile e languente
Onde per ogni chiave ch’io t’adopro
Consonanze cromatiche discopro.

Già ch’il destino è sì ferino per me
a suon di pianto palesa in tanto la mia gran fé.

Disperati pensieri
E rari d’un dolore
Se non frenate affè nostri deliri
Tiranni di noi stessi
Distruggerete un core
Che fabbro di chimere,
Fantastica pensieri a tutte l’hore
E se forse credete
Coll’ostinarvi in me farvi crudi.
Vi sia noto ch’in un petto
Quel tormento è assai più fiero
Per le porte ove un diletto
Vi si mira passaggiero.

E s’in ozio felice
Di solitaria vita
Fra l’ombre d’una selva
Lasso m’en volo a mendicar reposi
Ove depositando i miei tormenti
Alla (sic) li guida l’ira d’un vascello
Odo accoppiar di Filomena il canto.

La pace nell’ombra
Talora m’ingombra
Con mute querele
Memoria crudele
Ch’il pianto dà lumi
Che prodigo gronda
Intorbida i fiumi.

Ne mormora fronda che scossa non sia
Da vento ch’invia per grato dispetto
L’afflitto mio petto
Che se non sol mi ferì invano io spero
Il rimedio dall’ombre o mio pensiero.

Ma sì barbari siete
Ch’involarmi dal sonno anco bramaste
Quel poco di quiete
Che con gioire occulto
Fraudolenti delizie il cor godea.

S’un sogno pria soleo
D’apparenze arricchire
Hor cangiato lo provo in un istante
In torbido fantasma, in ombra errante.

Ma folle ah che pretendo?
S’el pensier mi trafigge
Come la notte el dì pensando io spendo.

Rimembranze fuggite
Partite dal core
Ne meco venite
Se non cangia pensiero il mio dolore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.18.11

Scheda a cura di Vera Alcalay
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