Scheda n. 1861

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1688

Titolo

Del medesimo

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Gasparini, Francesco (1661-1727)
possessore: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)
copista: Pertica, Giovanni (fine XVII-inizio XVIII sec.)

Fa parte di

Redazione

Roma : copia di Giovanni Pertica, 1688

Descrizione fisica

C. 40-48

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata è stata copiata per Pamphilj nel 1688. Pubblicata in: Francesco Gasparini, Cantatas with Violins. Part 1: Soprano Cantatas, a cura di Lisa Navach, Middleton 2010 (Recent Researches in the Music of the Baroque Era 162).

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: Adagio(aria, do minore, c)
Bellezza che sei, che sei
1.2: Adagio(aria, do minore, c)
Begl'occhi che siete, che siete
2.1: (recitativo, c)
Guancie di fresche Rose
2.2: (aria, do minore, c)
Sembrate eterne e poi vi sfronda un hora

Trascrizione del testo poetico

Bellezza che sei, che sei?
Tu sembri un fior, ch’in faccia al sol s’apri,
Che scherza e ride,
Mà il sol, che lo nudrì,
Coi rai l’uccide.
Pur da un fior così cadente
Esce spina sì pungente,
Che fà piaghe mortali ai sensi miei.
Bellezza che sei, che sei?

Begl’occhi che siete, che siete?
Tolte di notte al ricamato vel sembrate stelle,
Mà un sol giro di ciel
Vi fà men belle.
Sò, che gode, chi vi mira,
Mà di morte esposte all’ira
Sul più bel del goder poi vi chiudete.
Begl’occhi che siete, che siete?

Guancie di fresche Rose,
Belle nunzie del riso,
Gigli di bianco viso,
Primavere del guardo,
Per cui spesso in amor vacillo et ardo.
Stolto è ben, chi v’adora:

Sembrate eterne e poi vi sfronda un hora.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.862.4

Scheda a cura di Berthold Over
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