Scheda n. 1519

Tipo record

Scheda singola

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1708

Titolo

Gennaro 1708 / Cantata del Sig.r Barone d’Astorg[a] / Cavaliere Sicilian[o] / A voce sola / con V.V.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

Redazione

Roma : copia di Mü II e di Antonio Gioseppe Angelini, gennaio 1708

Descrizione fisica

1 partitura (40 c. non numerate)

Filigrana

Non rilevata

Note

La cantata è stata composta o/e regalata da d’Astorga al Marchese Francesco Maria Ruspoli.

Titolo uniforme

Organico

Soprano, 2 violini, viola e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: Introduttione - Allegro(introduzione strumentale, do maggiore, c)
1.2: Largo(introduzione strumentale, mi maggiore, 3/4)
1.3: Allegro(introduzione strumentale, do maggiore, 3/8)
2.1: (recitativo, do maggiore, c)
E pur Cesare ha vinto
3.1: Largo(aria, si♭ maggiore, c)
Dove, ò caro, e dove sei
4.1: (recitativo, c)
Ma tu non mi rispondi, idolo mio
5.1: Affettuoso(aria, re minore, 12/8)
Ricordati, ch'io t'amo e che t'adoro
6.1: (recitativo, c)
Combattuta, agitata
7.1: Andante(aria, la maggiore, 3/4)
Non senti, ò Dio
8.1: (recitativo, c)
Ma che parlo, che dico
9.1: Allegro(aria, do maggiore, 3/8)
Voglio seguirti anch'io

Trascrizione del testo poetico

E pur Cesare ha vinto
E l’aquile romane
Nella regia d’Egitto
Ferman superbe il nobil volo altero.
Dunque al latino impero
Andrà Cleopatra ad illustrar gl’allori.
Ma in tanti miei dolori,
In tanti affanni miei,
Mio nume, e dove sei?

Dove, ò caro, e dove sei,
Chi t’invola agl’occhi miei,
Dolce speme del mio core.
Purché miri il tuo sembiante,
Fida amante l’alma mia
Sprezza ogn’or di sorte ria
L’acerbissimo rigore.

Ma tu non mi rispondi, idolo mio.
Forse a la fuga intento
Del vincitor superbo
Cerchi trovar lo scampo e me qui lassi.
Arresta, arresta i passi.

Ricordati ch’io t’amo e che t’adoro.
Io son nell’arte dell’amar costante,
Arresta, ò caro, il piè, ferma le piante,
Lungi da tè non ho pace e ristoro.

Combattuta, agitata
Da mille e mille cure
Altro oggetto non ho che di sventure.
Già la servil catena
Strepita intorno a queste mura e chiede
La mia destra, il mio piede.
In tanti miei tormenti
Io chiamo il tuo bel nome e tu non senti.

Non senti, ò Dio,
Bell’idol mio,
La pena ria,
Che l’alma mia
Struggendo va?
So ben, che amore
Dice al tuo core
In tante pene:
Cerca il tuo bene
Da te pietà.

Ma che parlo, che dico.
Ah, che pur troppo è vero
Ciò, che parla il pensiero.
Empio ferro nemico,
Al viver del mio sol troncò lo stame.
Satiate l’empie brame,
Astri malvaggi e rei, perfide stelle,
Contro il mio seno imbelle,
Voi non avrete più tormenti e pene.
Mio nume, e dove sei, caro mio bene.

Voglio seguirti anch’io,
Aspettami cor mio,
Non mi lasciar così.
Non può destino ingrato
Romper quel laccio amato,
Che amor si dolce ordì.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-MÜs - Münster - Santini-Bibliothek (in D-MUp)
collocazione Sant.Hs.206

Scheda a cura di Berthold Over
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