Scheda n. 13092

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo manoscritto

Data

Data incerta, 1688-1692

Titolo

Mus. di Scarlatti con VV.

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

autore del testo per musica: Paglia Francesco Maria

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 48-50

Filigrana

Non rilevata

Note

Testo messo in musica da Scarlatti

Titolo uniforme

Non v'è simile al mio core. Forma non specificata

Bibliografia

Trascrizione del testo poetico

Non v’è simile al mio core
Nei trofei della beltà;
Non ha esempio il dio d’amore
Di più pura fedeltà.
2.a
Così stabile seguace
Mai non ebbe il nume arcier;
Più bel colpo la sua face
Mai non vide nel pensier.

Io son così costante
Che uno scoglio fra l’onde
D’Eolo, e Nettuno alla fierezza esposto,
O fra l’annose piante
Antichissima quercia
Pregio al mio nobil foco
Potrei dirti ben mio ch’è nulla o poco.

I sassi e le piante
Che senso non (h)anno
D’un’anima amante
Esprimere non ponno il crudo affanno.
2.a
Frondosa costanza
Fermezza di scoglio
Han troppa distanza
Dai turbini d’amore e dall’orgoglio.

E se forse idol mio
Di quercia e sassi, il paragon ti piace,
Pensa ed osserva intanto
Che al vento de sospiri io non m’atterro,
E immobile resisto a un mar di pianto.
Ma però non vorrei
Che tu dal mar, dal vento
Quelle norme apprendesti,
Che con instabil meta
Fanno perder la fede al mio tormento.

Son costante nel duol della piaga
Ma pretendo che pur sia costante
La saetta ch’il petto m’aprì:
Di ferite quest’alma s’appaga
Ma sia prezzo dell’esser amante
La fermezza di chi la ferì.
2.a
Son fedele nei lacci del seno
Ma poi voglio che pur sia fedele
La costanza ch’il cor mi legò.
Ho ben petto che basta al veleno
Ma non soffro la gloria crudele
Dela man ch’il veleno formò.

È inutile quel voto
Ch’a un’idolo fallace
Su l’altar della speme un’alma invia
E benché troppo cieca
Sempre sia la preghiera al par del nume
Si contenta ch’il seno
Piagato resti e compatito almeno.
Ma la pietà non basta
Poiché elegge del fato
Che si deve ad un core
Flagellato d’amore
Applicarvi quel cor che l’ha piagato.

Dunque o bella
Se il tenor della mia stella
Sì tiranna
Mi condanna
A lacrimar:
Vuole amore
Questo core
Poi l’ardore
Si contenta immortalar.
2.a
Dunque o cara
Dal mio cor per sempre impara
La costanza
La speranza
Accompagnar
Quella fede
Che fia mercede
Più non vede
Le sventure dell’amar.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

V-CVbav - Città del Vaticano - Biblioteca Apostolica Vaticana
fondo Vat. lat.
collocazione 10204.40

Scheda a cura di Teresa Gialdroni
Ultima modifica: