Scheda n. 12921

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1703-1705

Titolo

Lamento di Seneca moribondo Se Neron

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)
curatore: Fede, Innocenzo (1661?-1732?)
possessore: Stuart, Giacomo III (1688-1766)

Fa parte di

(n. 12873/31)

Redazione

Copia del Copista 11 (cfr. bibliografia)

Descrizione fisica

p. 141-150

Note

Per l'attribuzione della copia al Copista 11 cfr. bibliografia

Titolo uniforme

Se Neron pur mi vuol morto. Cantata, Lamento di Seneca moribondo

Organico

Basso e continuo

Descrizione analitica

1.1: (aria, re minore, C)
Se Neron pur mi vuol morto
1.2: (aria, re minore, C)
sia giustitia anch'il mio
2.1: (recitativo, C)
Discepolo infedele
3.1: (aria, re minore, 3/4)
Ma trionfi di tanti rigori
3.1: (aria, re minore, 6/8)
Di mano pietosa
4.1: (recitativo, C)
Tra l'ultimi sospiri
5.1: (aria, sol minore, 3/2)
E un mar la Corte
5.2: 2:da(aria, sol minore, 3/2)
Son dolci son belle
5.3: 3:3(aria, sol minore, 3/2)
Fortuna severa
6.1: (recitativo arioso, C)
Ma in questo mar si torbido e profondo

Trascrizione del testo poetico

Se Neron pur mi vuol morto,
Cede al fato mio terribile,
E soffrendo il colpo horribile
Col morir mi guido in porto.
Sia giustizia anch'il mio
Poi che giusto benché pera
Chi da legge ad una fera,
Chi fu Maestro ad un tiranno.

Discepolo infedele,
Precetor s'fortunato,
Imperator crudele,
Suddito condenato,
Siamo infelice esempio
Io, d'huom saggio, tu, d'empio!

Ma trionfi di tanti rigori
Mia virtù che sempre è costante
Ch'io con petto di forte adamante
Sosterò gl'estremi dolori.

Di mano pietosa
Nell'opra più cruda
Cadra gloriosa
Quest'anima ignuda.
Io quello sarò
Che cielo nel duolo
Disciolta in un volo
Mia vita vedrò.

Tra l'ultimi sospiri,
Ancor facondo,
Seneca moribondo
Si disse in mezzo all'acque,
indi svenosi e tacque.

E un mar la corte
restan l'onde tranquille
frà scogli, frà scille
torbide ancor quando parran più chiare.

Son dolci, son belle
L'aurette, le stelle,
Ma fugaci da te quanto più care

Fortuna severa
V'affonda chi spera
E cruda e più quando
me empia appare.

Ma in questo mar sì torbido e profondo
Chi salvo mai se Senca va al fondo?

Paese

Francia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione H 659(VI).31

Scheda a cura di Matteo Giannelli
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