Scheda n. 12773

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1695

Titolo

Lasciatemi sfogar

Presentazione

Partitura

Legami a persone

copista: Barone, Marco

Redazione

Bovino: copia, 1695

Descrizione fisica

1 partitura (c. 186v-199) ; 120x372 mm

Filigrana

Note

Titolo dall'incipit testuale.

Titolo uniforme

Organico

Tenore e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, re minore, C)
Lasciatemi sfogar
2.1: (recitativo, C)
Donna son io tradita
3.1: (arioso, la minore, C 3/2)
O che pena, o che dolor
4.1: (recitativo, C)
Ohimè, sensi che fate?
5.1: (arioso, C 6/4)
Cielo, deh fulmina
6.1: (recitativo, C)
Ti dirò falso, o ciel, se non punisci
7.1: (arioso, C)
Ma quel castigo homai
8.1: (recitativo, C)
Canzon manca pur che l’offesa

Trascrizione del testo poetico

Lasciatemi sfogar,
Amor non posso più
Di patir son stanca già
Se’l mio cor tradito fu
Che più val mia fedeltà.

Più tacer non voglio, no,
La cagion del mio penar
Se speranza più non ho
Farmi lieta col sperar.

Donna son io tradita
Da un infelice amante,
Spergiuro ed incostante,
Sì, sì, non ho rossore
Sia pur pales’al mondo
Del disleale, infido
Che quest’alma tradì,
Che di fé mi mancò,
L’incostanza in amor
Lasciatemi sfogar.

T’amo Tirsi, dicea Lilla,
Cor mio t’adoro,
Spirto de sensi miei
Perché amar non dei?
Deh consola il mio bene
Che s’affligge per te fra pianti e pene,
O memorie dolenti,
Ch’aggiungete martiri al mio penar
Lasciatemi sfogar.

A sì dolci parole,
Mossa a pietà di lui,
Semplicetta che fui
L’accolsi in sen ond’egli
Del mio Amore succhiand’il miele
Ne recise il fiore ed ecco in un momento
Le promesse svanir quell’aria al vento.

O che pena, o che dolor,
Duro stratio e gran martire
L’aspra noia, il fiero ardor
Non può più l’alma soffrir.

Ohimè, sensi che fate?
Deh non mi abbandonate
E, se a certo dolor v’affligge a pena,
Concedetemi almeno
Per un momento
Solo vita per respirar
Lasciatemi sfogar.

Cielo, deh fulmina,
Aria contamina,
Riduch’in polvere,
In fuoco quel perfido,
Fantasme e furie,
Mostri più orribili,
Furie più pessime
Sbranat’il barbaro.

Ti dirò falso, o ciel, se non punisci
Il traditore infame
Vendica d’una donna i torti rei,
Se pur giusto tu sei
Punisci il fiero, il barbaro humicida
Che mi volse ingannar
Lasciatemi sfogar.

Ma quel castigo homai
Potrà rendersi uguale
A delitto sì fiero
Fora meglio per me
Fusse morta quel dì ,
Pria di vedermi hoimè
Lusingata così
Ahi chi mi rubbò il core
Qual fucina d’ardor mi bruggia il petto,
Chi mi scote e mi gira
Son tutta giaccio e bruggio dentro il foco,
Ahimè manco svanisco a poco a poco.

Canzon manca pur che l’offesa
Nel cor conosco a poco
Quanto si sfoga più si rinova.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Mc - Milano - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "Giuseppe Verdi"
fondo Noseda
collocazione A.54.46

Scheda a cura di Ivano Bettin
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