Scheda n. 12519

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa ponte, 1700-1735

Titolo

Cantata del Sigre Carlo Cesarini

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Cesarini, Carlo Francesco (c1665- dopo il 2.9.1741)

Fa parte di

(n. 12427/29)

Redazione

Copia

Descrizione fisica

P. 159-170

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, C)
Già l'astro precursor del dì nascente
2.1: (aria, do maggiore, C)
Bella tu dormi è vero
3.1: (recitativo, C)
Queste note d'affetto
4.1: (aria, sol maggiore, 3/4)
Se parlai forse dormendo
5.1: (recitativo, C)
Non creder a chi sogna
6.1: (aria, mi minore, C)
Non ti lusingar no perché sognavo
7.1: (recitativo, C)
O Mirtillo io ti lascio con questo
8.1: (aria, do maggiore, 2/4)
La bella dormendo in sogno parlò

Trascrizione del testo poetico

Già l’astro precursor del dì nascente
Vedegli uscir dal molle sen di Teti
I pastori già lieti
Davan la libertade
Di chiusi armenti e con canori accenti
Festeggiavano ancora
E Progne e Filomena
Il bramato ritorno
Del pianeta maggior che reca il giorno
Ecco appena spuntato il Dio del lume
Il primo raggio suo tributa a Clori
Che statua in grembo ai fiori
Del Tebro in su la sponda
Ove dormiva al mormorio dell’onda,
Non lungi era Mirtillo il bel garzone,
Che vegliando penava
Quasi novello Adone
Per la Venere sua che riposava,
Sciolse in note canore
Ciò ch’alla lingua suggeriva il core
E pien d’amor dicea:
Dormi, dormi ben mio
Ch’amor veglia per te, e veglio anch’io.

Bella tu dormi è vero
Ma pur mi piaghi il core
Per te caro mio ben godo morendo.
Quel tuo bel ciglio nero
Quel volto tutto amore
Son bellezze omicide anche dormendo.
Queste note d’affetto
Giunser ben che dormendo al cor di Clori
E in quei dolci sospiri
Scoprì la fiamma e così disse in sogno:
Mirtillo anima mia
Deh vieni a consolar chi ti desia.
Animato Mirtillo,
Sciolse il timido piede
Per consolare il core
Con un furto d’amore
Ma pria ch’egli giungesse
La bella si destò e in un istante
Finse l’ira sul labbro il core amante.
E con sdegnoso ciglio
Disse che tenti o temerario e come
Turbi il riposo con improprie forme
Di donzella che dorme.

Se parlai forse dormendo
Fu la lingua e non il core.
Ciò che vede alma che dorme
È un’immagine deforme
Che nell’ombre va nascendo
Menzogna fu se ragionai d’amore.
Non crede a chi sogna
Che sono i labbri allor ribelli al core
Ciò che dicon dormendo è una menzogna.

Non ti lusingar no perché sognavo
Quest’alma nel sopore
L’addormentato core
A te non mai pensò
Vaneggiava il pensier se a te pensavo.

O Mirtillo io ti lascio con questo,
Che non so se il mio core adesso sogni,
O se quando sognavo era allor desto.
Restò l’amante esangue
Al favellar di Clori e fra sé disse:
Bella qui mi lasciate
Col cor confuso et agitata l’alma
E da me t’involasti
Non so se mia nemica oppure amante
E già ch’il bel sembiante
Non vedo più mi sia concesso almeno
Baciar il suol ove posasti il piede.

La bella dormendo
In sogno parlò
E disse così:
In braccio t’attendo
E il cor se penò
gioisca si si.

Non mi parlar vegliando
Ch’allor del tuo rigor provo le tempre,
Dormi, dormi ben mio e sogna sempre.

Paese

Germania

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Bsb - Berlin - Staatsbibliothek zu Berlin Preussischer Kulturbesitz
collocazione Mus.ms. 30074/29

Scheda a cura di Roberto Scoccimarro
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