Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Hanley considera dubbia l'attribuzione a Scarlatti di questa cantata, ma in base a considerazioni esclusivamente stilistiche. Cfr. Bibliografia
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Radamisto è portento che Zenobia
S'io ti rendo alla memoria
Carco il seno di Prote
Quando io nacqui in ciel rubelle
Sono è vero fra nemici
Trascrizione del testo poetico
Radamisto è portento che Zenobia
Anche viva e viva per amarti.
Omicida è con sorte
Mi desti in un sol punto onore e morte.
Io viva insieme e uccisa
Ti serbo in un sol punto amore e fede.
Amor, che non teme di morte il gelo;
Fede, così gran fede
Che quel cor che la prova
La prova e non la crede.
S’io ti rendo alla memoria
Del mio petto l’opra ardita,
Tolgo il merto alla ferita
Onde nacque la mia gloria.
Carco il seno di prole al piè già stanco
Più tardo il moto ispira
Del nemico rubelle al moto all’ira
Più sottrarsi dispera il nobil fianco
Che più mi resta chiedo
La morte a la tua man tu nol consenti
S’avvicina il nemico ancor sei tardo,
Vibri alla fine il colpo e poi fuggendo
Il mio [lascivo] sen siegui col guardo,
L’onda del freddo strasse
E sangue mi riceve e mi conduce
Ove di breve luce un’ombra appare.
Forse la mia fortuna
Che fino nella cuna
Mi destinò al dolore
D’affliggermi s’oblia. No vil pastore
Di pover erba appena
Ristora le mie piaghe
Che di nuova catena
[Cinta] mi vuol [dissi] ridate al piede
Del trionfante ad illustrar le prede.
Quando nacqui in ciel rubelle
Congiurar tutte le sfere
Non potea così gran duolo
Congiurarmi un astro solo
Regni invasi oppresse schiere
Povertà catene e morte
Sono colpi d’una sorte
Che dipende da più stelle.
Sono è ver fra nemici,
Ma non temer che fra nemici ancora
Generosa bellezza in casto petto
È stimolo d’ossequio e non d’affetto.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Mus.ms. 30074/8
Scheda a cura di Roberto Scoccimarro