Scheda n. 12398

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1682

Titolo

La Fortuna del Sig.r Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 106 - 123v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (aria, si♭ maggiore, C)
Troppo oppressa dal sonno
2.1: (aria, si♭ maggiore, C)
Oh dio come ad una ad una
3.1: (aria, si♭ maggiore, C)
Come fia ch'il Ciel consente
4.1: (aria, si♭ maggiore, 3/4)
Che speranza ha di sperare
5.1: (recitativo-arioso, C - 3/4)
Una cieca Deità
6.1: (aria, do minore, 3/2)
Mio cor non pianger più
7.1: (aria, do minore, 6/8)
Credilo a me
8.1: (si♭ maggiore, C)
Sai chi le forze uccide
9.1: (aria, C)
La fortuna è un sogno
10.1: (aria, si♭ maggiore, C)
Ma chi fugge quel letargo
11.1: (recitativo-arioso, C)
Così il saggio Dorillo

Trascrizione del testo poetico

Troppo oppressa dal sonno
Nel suo letto di fior l’alba dormiva
E per le vie dell’ombre
Più che mai pigro Arturo
Involava del dì l’hore più belle
A sì lunghe dimore
Impatiente un animo agitato
Da mille cure e mille
Destossi in Ciel s’affisse
E mentre nel mar vedea
Precipitar le stelle
Contemplando il suo fato
Sospirava così lo sventurato

Oh dio come ad una ad una
Pare che in mar volin le stelle
Con vicende così belle
A trovar l’empia fortuna.

Come fia ch’il Ciel consente
Che da cieco e sordo nume
Con sì barbaro costume
Sia tradito un’innocente

Che speranza ha di sperare
Un che nasce senza sorte
Sue speranze sono assorte
Di fortuna in mezzo al mare.

Una cieca Deità
Incostante al par dell’onde
Mi confonde
Ah no tutto è vanità.

Mio cor non pianger più
Ma pensa pure
Che i tuoi tormenti
Il duol che senti
Sono sventure
Perché vuoi tu.

Credilo a me
Se a tutte l’hore
Sei miserabile
Se il tuo dolore
È insopportabile
Nasce da te

Sai chi le forze uccide
Di nemico destin?
Chi se ne ride

La fortuna è un sogno è un nulla
Ma nel mar di questa vita
I deliri di chi dorme
Par che l’habbin travestita
Nuovo Proteo in mille forme
Che fra l’ombre si trastulla
Nuovo Proteo in mille forme.

Ma chi fugge quel letargo
Ch’ogni senso tiene oppresso
Alla fin diventa un Argo
E s’avveda ch’egli stesso
Presta a le sue sventure e tomba e culla
La fortuna è un sogno e un nulla (refrain)

Così il saggio Dorillo
I suoi pensieri e le sue cure acquieta
E mentre il sol dal Cielo
Con flagello di rai discaccia ogn’ombra
Ei dal suo petto ogni dolor disgombra.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione Rès. Vm7. 639.7

Scheda a cura di Valerio De Santis
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