Scheda n. 12388

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1682

Titolo

Il Tiberio Del Sig.r Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Alessandro Stradella
autore del testo per musica: Apolloni, Giovanni Filippo (ca. 1635-1688)

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 65-85v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Son principe, son re. Cantata, Il Tiberio

Organico

soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, C)
Son Prencipe, son re
2.1: (recitativo, C)
Io che l'orride balze del Caucaso
3.1: (aria, sol maggiore, 3/2)
Pera Seiano pera
4.1: (recitativo-arioso, C - 3/2)
Tanto ardisce un vassallo
5.1: (aria, sol maggiore, C - 3/2)
Solca in mar ampio e profondo
6.1: (aria, sol maggiore, C)
Splende solo in Cielo il sole
7.1: (recitativo, C)
Ma se la vita mia
8.1: (aria, re minore, 3/2)
S'io perdono al traditore
8.2: (aria, re minore, C)
Il perdono è un dolce inganno
9.1: (recitativo, C)
Ma se perdon non merta il traditor
10.1: (aria, sol minore, C)
Fra lo sdegno e fra l'amore
11.1: (recitativo, C)
Sconsigliato Tiberio
12.1: (aria, fa maggiore, 3/2)
Non più pietà
13.1: (recitativo e aria, re minore, C - 3/2)
Si disse allor Tiberio

Trascrizione del testo poetico

Son Prencipe son Re
Tutto mi lice
Ardisce un infelice
Contrastar con le stelle
Far guerra al sol latino
Congiurar la mia morte
Io che pur hebbi in sorte
Sottoporre a miei cenni un mondo intero
Io ch’ai petti inquieti
De sudditi superbi
Col freno delle leggi
Repressi il fasto ed abbassai l’orgoglio.

Io che l’orride balze
Del Caucaso gelato
Varcai con piede invitto
Io che su l’Alpe algente
Domai più belve e mostri
Che popoli non ha l’ampio Oriente
Paventavo i perigli
Che machina al mio trono
La perfidia d’un huom cangiato in fiera

Pera Seiano, pera.

Tanto ardisce un vassallo
Tanto brama Seiano
Che fonda la sua speme
Sopra il sepolcro mio?
Saprò bene ancor io
Estinguer nel suo sangue
Della superbia sua l’ardente foco
E fia ludibrio e gioco
D’un reo la vita a chi sovrano impera.

Pera l’indegno pera.

Solca in mar ampio e profondo
Chi contrasta col mio fato
Che la mia ragion di stato
Vuol che solo io regni al mondo.

Splende solo in Cielo il sole
Un sol Giove il mondo regge
Il suo cenno a tutti è legge
Né compagni al regno vuole.

Ma se la vita mia
Mercè sol di Seiano
Scampò da suoi perigli
Pietà che mi consigli?

Gl’eserciti sconfitti
Le domate cittadi
I regni soggiocati
Le debellate genti
Il sangue proprio a mio favor disperso
La sua giurata fede
Di Tiberio otterrà sì ria mercede?
Non sostenne Seiano
Quasi novello Atlante
Una rupe crollante
Quand’io con dura sorte
Pagar dovevo il mio tributo a morte
Ed hor morir dovrà
Chi la vita mi diè?
Chi per l’imperio mio cotanto oprò?
Tiberio e che risolvi a che t’appigli
Pietà che mi consigli

S’io perdono al traditore
Mostro un segno di pietà
Ma l’offesa maestà
Chiede in pena il mio rigore.
Il perdono è un dolce inganno
Che pietà mai sempre chiede
Chi la vita ai rei concede
Di se stesso egli è tiranno

Ma se perdon non merta
Il traditor Seiano
Scampino almen la morte
L’infelice consorte
E gl’innocenti figli
Pietà che mi consigli?

Fra lo sdegno e fra l’amore
Fra il rigore e la pietà
Combattuto il regio core
Che risolvere non sa
No no no
Che risolvere non sa.

Sconsigliato Tiberio
Tu pur anche vaneggi anche deliri?
Alla vita sospiri
E sprezzi la vendetta?
Mora Seiano mora
Moran i figli ancora
E segua la sua sorte
La dolente consorte
Moran gl’amici suoi
S’assicuri l’imperio
Pur che viva Tiberio
Ingombri il mondo tutto
Morte spavento e lutto.

Non più pietà ma sdegno
S’annidi nel mio core
Amor cangia tenore e fa vendetta
D’un ribello indegno
Non più pietà ma sdegno.

Sì disse allor Tiberio e in un istante
Si vidde a la pietà chiuder le porte
Scorrere il sangue e trionfar la morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione Rès. Vm7. 639.5

Scheda a cura di Valerio De Santis
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