Scheda n. 12369

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1650-1680

Titolo

Le ferite d'Amor sono i contenti

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Carissimi, Giacomo (1605-1674)

Fa parte di

(n. 12336/17)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 101-114

Filigrana

Non rilevata

Note

L'attribuzione a Carissimi è ricavata da due concordanze: F-Pn, Rés Vm7-149 e GB-Och, Mus.54. Rose trascrive erroneamente l'incipit come "Le ferite d'un cor".

Titolo uniforme

Le ferite d'Amor. Cantata

Organico

Soprano, soprano, tenore e continuo

Repertori bibliografici

Rose 1962: n. 86, p. 184

Descrizione analitica

1.1: (aria, re minore, C- 3/2)
Le ferite d'Amor
2.1: (recitativo-arioso, re minore, C)
Pur ritorno ad amare
3.1: (recitativo-arioso, re minore, C)
Et io ch'indolci pene
4.1: (recitativo-arioso, sol minore, C)
Hor senti o mio core
5.1: (recitativo-arioso, do minore, C)
I contenti piacer
6.1: (recitativo, re minore, C)
Hor si tormenti pure
7.1: (aria, re minore, 3/2)
E chi nol sa

Trascrizione del testo poetico

Le ferite d’amor sono i contenti
No no senza pianti e tormenti
Amar non si può
O si dolga o trionfi alma che sia
Ogni legge d’Amor è tirannia.

P.o soprano
Pur ritorno ad amare
E pur s’accende
Di nuove fiamme ancor gelato seno.
Credea lasso credea
Che l’alma usata a sì mortal periglio
S’armasse a la difesa
E non sì tosto
Cadess’ohimè dal primo colpo ancisa
E pur mi sento acceso
E pur poteo nell’avveduto core
Varco trovar senza contrasto Amore.
Hor che tenero risorge nel mio seno
Questo germe di veleno
Svellasi pur con pentimento ardito
E sanato fia il cor pria che ferito.

2° Soprano
Et io ch’in dolce pena
Trassi i miei giorni
E fortunato amante
Servij donna gentil quanto costante
Da che per mia sventura
Rotti i bei nodi
A servitù mi tolsi
In pena dell’error sempre mi dolsi.
O come grata ogn’hora
Vien la memoria di quell’hore amiche
Che fra i dardi e le morti
Ritrovavo i conforti.
Confesso di penar quando non peno
E solo in rimembrar ch’io mi godea
E godendo piangea sì dolcemente
Quest’anima vien meno
Confesso di penar quando non peno.

Tenore
Hor senti mio core
Tu che nutri d’amor dubbi consigli
Mira dove t’appigli
Ondeggi hoimè tra dupplicata sorte
Un t’invita al trionfo e l’altro a morte
Dimmi, tu che ne prometti.

Secondo soprano
Bei contenti piacer gioie e diletti.

P.o canto
Amarezze dolori e servitù.

Tenore
Hor si tormenti pure e si trafigga
E si consumi il core
Pur ch’adori il mio bene
Mi fian care le piaghe
Mi fian dolci le pene soavi le catene.

A 3
E chi nol sa
Che le gioie d’amor sono i tormenti
E che in fiamme cocenti
Rediviva fenice il cor mi sta
E chi nol sa ad onta de mali
Che ne minaccia ancor la notte e’l dì
Amerò sì sì amerò sì sì.
Già bramo d’ardere
Ardo di struggermi
E con ampi desiri
Aspetto nel mio cor tutti i martiri.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione Mus. Rés. Vmf ms. 20

Scheda a cura di Mariangela Stefania Lopatriello
Ultima modifica: