Scheda n. 12359

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo manoscritto

Data

Data incerta, 1660-1682

Titolo

Il Marc'Ant.o Sig.r Stradella

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Stradella, Alessandro (1639-1682)

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

C. 33-48v

Filigrana

Non rilevata

Note

Si tratta del lamento di Marc’Antonio colto pochi attimi prima della morte che si procura alla falsa notizia della dipartita di Cleopatra.

Titolo uniforme

Già le spade nemiche. Cantata, Il Marc'Antonio

Organico

soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, C)
Già le spade nemiche
2.1: (aria, mi♭ maggiore, C)
Godi godi Ottavio
3.1: (recitativo-arioso, C)
Ma su l'estremo punto
4.1: (aria, fa minore, C)
Deh Deh frena il pianto
5.1: (recitativo, C)
Dov'è la tua fortezza
6.1: (aria, do minore, 3/4)
A un suono di tromba
7.1: (aria, la♭ maggiore, C)
Cleopatra io moro addio
8.1: (recitativo, C)
Ma già vacilla il core

Trascrizione del testo poetico

Già le spade nemiche
Del trionfante Augusto
Per le campagne apriche
Dell’arenoso Egitto
Scorrean vittoriose
E nel fiero conflitto
Facean cader già trucidato al suolo
D’estinti eroi un infinito stuolo.
Già per ogni parte
Dell’Oriente tutto
Il sanguinoso Marte
Seminava furor spavento e lutto
Quando un funesto avviso
Di Cleopatra estinta
All’infelice Antonio
Fé tremar l’alma e impallidire il viso.
Gelò in un punto avvampò d’ira e pianse
Poi scaricando contro se lo sdegno
Fé naufragar della sua vita il legno.
Al moribondo eroe
Accorse Cleopatra ed egli intanto
Molle di sangue e pianto
All’amata beltà le luci affisse
Ma credutolo un sogno un spettro un ombra
Agitato dal duol proruppe e disse:

Godi Ottavio Antonio more
Tu vincesti io resto esangue
A caratteri di sangue
Ti fo’ noto il mio dolore.

Ma sull’estremo punto
Dell’eroica sua vita
Antonio giunto conobbe se ben tardi
Non larve non fantasmi
Ma viva e lagrimante il suo tesoro
Ed ahi lasso esclamò Cleopatra io moro.
Poi mirando quel volto
Che fu già del suo core anima et vita
Sospese per brev’ora all’alma sua l’uscita.
Quindi al suo ben rivolto
Ne gl’estremi momenti
Questi disse morendo ultimi accenti:

Deh frena il pianto e rasserena il ciglio
Tormentata Reina
Adorato mio bene
Cleopatra infelice
S’accrescono le pene
A un misero che muore
Se chi vita li dà langue e si muore
Non far ch’io miri oh dio
Prima del morir mio
Del tuo bel volto hoggi ecclissato il sole

Dov’è la tua fortezza
Dov’è la tua costanza
Fregi d’alma Reale?
Non sai tu che la morte
Anche ai regi è fatale
Ch’ogni legge è mutabile
Ma quella del morir è inevitabile.

A un suono di tromba
Che sfidi a battaglia
Di nera gramaglia
Si copra ogni tomba.

Piangendo il martire
Sgravarmi non puoi
Ch’ancora agli eroi
Comune è il morire.

Cleopatra io moro addio
Almen piacesse al Ciel che la mia morte
Della tua libertà fosse lo scampo
Il lasciarti o mio bene
In poter d’un nemico
Di sì forte possanza
Turba la mia costanza
Il trionfo et il giogo
Ch’Ottavio ti minaccia
Potrai bella potrai
Con l’esempio d’Antonio anche schivarlo
Tu nascesti Regina e più non parlo.

Ma gia vacilla il core
Già perdo la favella
Questo tremar di membra
questo sudor gelato
Son forieri di morte
Per sottrarti dai lacci
Il cammino t’addita il morir mio
Addio mondo Addio Roma
Bella Cleopatra addio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione Rès. Vm7. 639.3

Scheda a cura di Valerio De Santis
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