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Tipo documento
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Titolo
Presentazione
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Me lo volete dire e Non ve lo posso dire in questo manoscritto sembrano due cantate diverse perché la seconda parte ha il capolettera come se fosse un’altra cantata, ma a c. 97 c’è una specie di custos (che non indica la nota ma la parola “Non” con cui inizia il pezzo successivo) che indica chiaramente che si tratta del seguito (questo “custos” non è presente fra le altre cantate). Anche RISM e SBN considerano questa un’unica cantata. Esiste una sola concordanza in D-Mbs, Ms 1527 per voce di basso (relativamente alla sola prima parte).
Esiste un'altra intonazione dello stesso testo della sola prima parte in tre diverse fonti: F-Pn, Rés. Vmf 20 (con attribuzione a Savioni); I-Vc, Busta 1.12 adespota; V-CVbav, Chigi Q.IV.2 (con attribuzione a Giuseppe Corsi). Quindi, della presente intonazione non possiamo ipotizzare nessuna attribuzione.
La cantata Non ve lo posso dire è un segreto del mio core di Antimo Liberati, testimoniato in F-Pn, Rés VMF MS-20 e I-Rc 2468 è un pezzo totalmente diverso.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
De gli occhi vostri il favellare ignoto
Se le luci lusinghiere
Me lo volete dire
So ben ch'ala mio core
Me lo volete dire
Non ve lo posso dire
Se comprender sapeste
Con la scorta di due stelle
Non ve lo posso dire
S'inganna chi crede
Chi soffrire e sostenere
Non ve lo posso dire
Trascrizione del testo poetico
Me lo volete dire
Se m’amate o non m’amate
Risolvetevi parlate,
Fate ch’io
Sappia almen s’ho da morire.
De gli occhi vostri il favellare ignoto
No no non è palese
A me poiché il mio core
Astrologo non è
Ch’intender sappia delle stelle il moto.
Se le luci lusinghiere
Hor pietose et hor severe
Verso me voi raggirate
S’hor contenti promettete
S’hor le gioie a me negate
Dite voi come volete
Ch’io vi possa mai capire.
Me lo volete dire.
So ben ch’al mio core
Le vostre pupille
Avventan faville
Ma non so se di sdegno o pur d’Amore.
Fate almeno ch’io comprenda
Di qual fuoco ogn’hor ardete
Acciò poi da me s’intenda,
Gia che morto mi volete
Di che morte ho da perire.
Me lo volete dire.
Non ve lo posso dire
Quel ch’è chiuso nel mio core
Se v’è sdegno o pure Amore
Né devo il mio secreto altrui scoprire.
Se comprender sapeste
I muti accenti intendereste a fè
Il favellar de gli occhi miei qual è
E quai scoprir del cor chiusi tormenti.
Con la scorta di due stelle
Di schivar scogli e procelle
Un Amante s’assicura
Solo voi di ciò temete
E mostrando haver paura
Ad ogni hora mi chiedete
Se’l penare habbia a finire.
Non ve lo posso dire…
S’inganna chi crede
Goder in Amore
E senza dolore
Haver del suo servir presta mercede.
Chi soffrire e sostenere
Sa ripulse ire e disdegni,
Solo quei son fatti degni
D’acquistar merto in servire
Ma se voi poi mi direte
Se sperar giamai potrete
D’arrivar un dì a gioire.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione 33.5.16.11
Scheda a cura di Alessia Maria De Michele