Scheda n. 11704

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa, 1695

Titolo

1. Cintia dolente e mesto

Presentazione

Partitura

Legami a persone

autore incerto: Farina, Antonio (sec. 17.)
autore incerto: Boretti, Giovanni Antonio (c1638-1672)
autore incerto: Legrenzi, Giovanni (1626-1690)

Fa parte di

(n. 10917/1)

Redazione

Copia di Marco Barone

Descrizione fisica

P. 1-12

Filigrana

Non rilevata

Note

Le attribuzioni (incerte) sono tratte dalle concordanze: Antonio Farina I-Nc 33.4.4 e I-Rn Mus. 68; Giovanni Legrenzi B-Bc 15322 e I-Nc 33.5.32; Giovanni Antonio Boretti D-B Mus. Ms 30182. Cfr. Bibliografia. Le altre fonti hanno un organico più ampio: 2 vl, S, bc; le arie hanno anche una seconda strofa e sono presenti ritornelli strumentali.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Friggi 2013: vol. 1, p. 60; vol . 2, pp. 115-136 (edizione)

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, )
CIntia dolente e mesto
2.1: (aria cavata, 3)
E con miseri passi
3.1: (aria, sol minore, 3/2)
Se dormi ben mio
4.1: (recitativo-arioso, C)
Ah che qui mi trattiene
5.1: (recitativo-arioso, C)
Porte rigide porte
6.1: (recitativo-arioso, C)
Ma i cardini severi
7.1: (aria, sol minore, C)
T'amerò sin'alla morte

Trascrizione del testo poetico

Cintia, dolente e mesto
Alle tue mura intorno
Volgo le disperate afflitte piante
Felice un tempo or disperato amante.

E con miseri passi
Sol dell’albergo tuo circondo i sassi.

Se dormi ben mio
Deh sogna d’amarmi
Che meno poss’io
All’alta mia fé
Mai chieder da te.
Sì picciol desio
Chi può contrastarmi
Se dormi ben mio
Deh sogna d’amarmi.

Ah che qui mi trattiene
Lusinga infruttuosa
Da custodia gelosa
Mi vien tolto il mio bene
E di speranza ch’i miseri consola

Non mi resta in tant’ombre un’ombra sola.

Porte rigide porte
Ch’al mio furtivo piè cedesti un tempo
Se mai l’amiche soglie
Sparsi di rose e seminai di fiori
L’odiosi rigori più non serbate
E varco deh più non m’impedite
E per pietà del mio languir v’aprite.

Ma i cardini severi
Strider non odo et io
Di pietà disperato
Inutilmente prego
Cerco prego crudel quercia inclemente
Ah se negletto escluso
Dagli alberghi adorati
Invan qui piango almen Cintia vezzosa

Odi queste mie voci e poi riposa.

T’amerò sin’alla morte
Né il mio ardor s’estinguerà.
I legami del tuo crine
Nel mio cor non havran fine
E disciorli non potrà
Tempo né sorte
T’amerò sin’alla morte.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rig - Roma - Istituto Storico Germanico. Biblioteca musicale
fondo Rostirolla
collocazione MS MUS Rost 303 (1)

Scheda a cura di Teresa Gialdroni