Scheda n. 1078

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1700

Titolo

Breve stagion correa / D[el] S.e F. L. [Flavio Carlo Lanciani]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lanciani, Flavio Carlo (1661-1706)

Fa parte di

Redazione

[Roma : copia, 1690-1700]

Descrizione fisica

C. 45-60

Filigrana

Non rilevata

Note

Per l’attribuzione a Flavio Carlo Lanciani cfr. I-Nc, Cantate 25 (olim 33.5.40): del 1691

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, )
Breve stagion correa
2.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Serve il bacio per guida d’amore
3.1: (recitativo, )
Bagio nò che non sei
4.1: (aria, sol minore, 3/8)
Ape che sola d’intorno
5.1: (recitativo, )
Ma folle à chi t’appello
6.1: (aria, la minore, c)
Perché spietata un bagio prendi
7.1: (recitativo, )
Così dicea Filor non più gradito
8.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Si Tisifone di Lete

Trascrizione del testo poetico

Breve stagion correa
Ch’era giunto Filoro
Di sua Clori à baciar gl’ostri del labro
Quando meno credea
Con quel bacio loquace
Assicurato aver col suo martoro
Una perpetua Pace
S’avvide che spergiura
Gli preparava Clori
Di disprezzo rubel nuova congiura
Ond’ei dal duol trafitto
À quelle labra istesse
Già diletta cagion del suo contento
Intimò di spiegare il suo tormento.

Serve il bacio per giuda d’Amor
Se ai contenti disserra le porte
Bacio infido tu servi al dolor
Se m’additi i sentieri di morte.

Bagio no che non sei
Distillate dolcezze
Amorosa sorgente
Se da te sol bevei
Tutte dell’empia stige l’amarezze.

Ape che sola
D’intorno vola
Bagia ogni fior
E con quel bagio
Ch’ai fiori dà
Ha per pietà
Dolce liquor.
Bagio una Rosa
Nel labro ascosa
Sugo dolor.

Ma folle à chi t’appello
Bagio gentile delle mie pene il fabro
Se dal mio cor spedito
Messagiero fedel sovra quel labro
Esponerti à colei d’Amor l’invito
Tù sei che l’uccidesti.
Clori troppo crudel con tuoi disprezzi
Tu sola si facesti
Con dispietata sorte
La Reggia del piacer trono di Morte

Perché spietata
Un bagio prendi
Se poi mi rendi
Sprezzo infedel.
Dovevi ingrata
Da te scacciarlo
E infugarlo
Meno crudel.

Così dicea Filor non più gradito
E scorgendo che Clori
Avea d’Ape le labra e ancor l’udito
Sposò pie’ di furore
Col suon di questi accenti
Un bagio disperato al suo dolore.

Si Tisifone di Lete
Solo voi io bacierò
S’altro dar non mi potete
Baci ardenti almeno avrò.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rli - Roma - Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana
fondo Caetani
collocazione Ms 208.A.4.4

Scheda a cura di Maria Lettiero
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