Scheda n. 10543

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1700-1750

Titolo

Or che dell’ombre sue

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1700-1750]

Descrizione fisica

C. 56-66

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, c)
Or che dell’ombre sue
2.1: (aria, sol maggiore, c)
Dall’esser tiranno
3.1: (aria, mi♭ maggiore, 3/4)
È perfido vanto
4.1: (recitativo, c)
Occhi stelle adorate
5.1: (aria, si♭ maggiore, c)
Se un bel guardo
6.1: (recitativo, c)
Fatalità d’Amore
7.1: (aria, c)
Se parlar non sa la bocca
8.1: (recitativo, c)
Ma voi luci omicide
9.1: (aria, sol minore, 6/8)
Su su deh risvegliatevi
10.1: (recitativo, c)
Che se l’interna piaga

Trascrizione del testo poetico

Or che dell’ombre sue
Più denso il velo dalle cimerie grotte
Spiega l’umida notte
E di gemme stellanti adorna il cielo
Senti senti o Filli
Deh senti da una cetra
Che piange i miei tormenti.

Dall’esser tiranno
Desista il tuo cor
Ch’unirsi sanno bellezza e rigor
Dall’esser tiranno desista il tuo cor.

È perfido vanto
D’un’alma crudel
Che mora nel pianto
Chi troppo è fedel
È perfido vanto
D’un’alma crudel.

Occhi stelle adorate
Pietà d’un infelice
Che se per voi m’incenerisco et ardo
A un cor ferito è pur sollievo un guardo
Folle ma che vaneggio?
Invan invan vi chieggio
Pietà del mio dolore
Non conosce pietà chi non ha core.
Ma forse in braccio al sonno
Voi riposate et io
A piè di questa soglia afflitto e lasso
Mi querelo con l’ombra e parlo a un sasso.

Se un bel guardo
Non mi da vita
È finita
La mia speranza
Dolce fiamma
Inestinguibile
Mi consuma
In petto il cor
Ma celando
Il chius’ardor
Mi figura
Un impossibile
Lusinghiera
La costanza
S’un bel guardo
Non mi da vita
È finita
La mia speranza.

Fatalità d’Amore
A un volo troppo ardito
Solleva i miei pensieri
Ma perché le mie fiamme io non distingua
L’ali porge al desio freno alla lingua.

Se parlar non sa la bocca
favellate occhi per me
A colei che del bel labro
Quasi un arco di cinabro
Mille dardi al sen mi scocca
Palesate la mia fé.

Ma voi luci omicide
D’un che per voi si more
Non udite i lamenti
E chiuse in dolce oblio
Riposate dormendo al pianger mio.

Su su deh risvegliatevi
Mie care pupillette
Sì sì di raggi armatevi
Per avventar saette
Su deh risvegliatevi
Mie care pupillette.

Che se l’interna piaga
Scoprirvi un dì mi lice
Benché senza speranza io son felice.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.1 [olim Cantate 61].9

Scheda a cura di Cinzia Trabucco
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