Scheda n. 10522

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1683-1710

Titolo

Il Giglio. / Del Sig:r Flavio Lanciani

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Lanciani, Flavio Carlo (1661-1706)
autore del testo per musica: Pamphilj, Benedetto (1653-1730; cardinale)

Pubblicazione

copia (Roma ; copia, 1683 - 1710)

Descrizione fisica

1 partitura (c. 12-25v) ; 101x267 mm

Note

La cantata ha un testo probabilmente allusivo a Benedetto Pamphilij. Il giglio è infatti un elemento presente nello stemma della famiglia e nell’iconografia legata al cardinale. L’attribuzione al compositore sulla prima carta della cantata è tarda rispetto alla redazione del manoscritto, tuttavia va a replicare quanto originariamente scritto ma abraso: dall’osservazione della carta. Inoltre la prima carta della cantata riporta la dicitura «5 Venise Wiel p. 111» e «cf. Wiel» probabilmente redatta da Henry Prunières, che era a conoscenza del catalogo redatto da Taddeo Wiel, I Codici musicali Contariniani del Secolo XVII nella R. Biblioteca di San Marco in Venezia.

Titolo uniforme

Vide spuntar il giglio. Cantata, Il giglio

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, 4/4)
Vide spuntar il giglio
2.2: (aria strofica, si♭ maggiore, 4/4)
Imparò da lui l'Aurora
3.3: (recitativo, 4/4)
Del giglio all'apparir mirossi accolto
4.4: Allegro(aria, sol minore, 4/4)
Ma perché d'armati rai
5.5: (recitativo, 4/4)
Ma qual vario tenor d’empio destino
6.6: Allegro(aria, si♭ maggiore, 3/4)
Se volgendo in sen orrori

Trascrizione del testo poetico

Vide spuntar il giglio
E retrogradi i passi impose l’alba
Alle fiorite piante
Che col vago sembiante
De’ fior il sol già prevenuto avea
Seminando di fiori i prati intorno
La foriera del giorno.

Imparò da lui l’Aurora
A spiegar le pompe intatte
Ed il Sole in terra ancora
Passeggiò la via di Latte.
E stupito al gran portento
Di quel florido tesoro,
Tributò coi raggi d’oro
Sì bell’idolo d’argento.

Del giglio all’apparir mirossi accolto
A mille fior sul volto
O d’invidia o d’Amore
Vaga cifra il rossore,
Altri si fean di gelo
Mirando nello stelo
Lo scettro impresso e tra le foglie inserto
Alla fronte real nascere il serto.

Ma perché d’armati rai
Cinto il piè non rendi illesa
Nobil fior la maestà?
Ah ben sai
Che difesa
Di sé stessa è la beltà.

Ma qual vario tenor d’empio destino
All’occaso vicino
Sul meriggio ti rende?
Ah quanto in un sol giorno opra la sorte?
Sei fior, sei re, sei morte!
Mortal, ravvisa in questo
Effimero portento
Del tuo folle pensier l’infido evento.

Se volgendo in sen orrori
Spande Cloto acuti artigli,
Nel cader siam tutti fiori
Ma non siam poi tutti gigli.

Risorse online

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

F-Pn - Paris - Bibliothèque Nationale de France
collocazione Rés Vmf. MS-24.4

Scheda a cura di Danoys Gonzalez Jimenez
Ultima modifica: