Scheda n. 10371

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1670-1700

Titolo

Destò roco metallo

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[Napoli? : copia, 1670-1700]

Descrizione fisica

C. 27v-33v

Filigrana

Non rilevata

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, re maggiore, c)
S, Destò roco metallo
2.1: (aria, re maggiore, 3/4)
S, Su cieli vendetta
3.1: (recitativo, re maggiore, c)
S, No no propizio
4.1: (aria, re maggiore, c)
S, Cedo bella a tua beltà
5.1: (recitativo, re maggiore, c)
S, Volea più dir la bella

Trascrizione del testo poetico

Destò roco metallo
Il coraggio nel sen d’ogni guerriero
Contro il feroce Gallo
Che provocava all’armi il sole Ibero
E risvegliò nel cor d’Amindo il forte
Desio di coglier palme
Ma già carco di spoglie
Trionfator fu prigionier al fine
E coi lacci d’un crine
Pellegrino Imeneo
Di barbara beltà lo fé trofeo
A tal avviso l’infelice Eurilla
Che del suo bel sembiante
Credeva Amindo adorator costante
Parve un’ombra d’Amore
Gelida in fronte e tutta foco al core
Già sulle guancie eburne
Scorrean gronde di pianti
Parean d’aquario l’urne
Le sue stille vaganti
A suoi martir acerbi
Pianse la spiaggia amena
Echeggiò flebilmente
La famosa sirena
Mentr’ella i suoi tormenti
Diede in preda dell’aura in questi accenti.

Su cieli vendetta
Scoccate vibrate
L’ardor sempiterno
Sul capo a quell’empio
Scagliate irritate
Le furie d’Averno
A far di lui scempio
Percota l’ingrato
Ogni altro cangiato
In fiera saetta
Su cieli vendetta
Vendetta vendetta.

Amor che s’aspetta
Se tanto presume
L’indegno guerriero
Che legge non prezza
Defendi o gran Nume
Con l’arco severo
Tradita bellezza
Ascolta o Cupido
Proteggi o m’uccido
Mia fede negletta
Su cieli vendetta
Vendetta vendetta.

Larve terribili
Chimere horribili
Sempre s’adombrino
Pensieri nubili
Pene insolubili
L’alma l’ingombrino.

No no propizio
Il cielo cortese renda
A sì bel nodo il fato
Ma perché mi fu infido il Dio bambino
Sol piango il mio destino.

Cedo bella a tua beltà
Che mi tolse Amindo amante
Io ti credo Deità
Se t’è fido un incostante.

Volea più dir la bella
Ma deliquio mortale
Per dar tregua al suo male
Chiuse le vene al pianto e la favella
Ombrò le luci fisse
E nel cielo d’amor si fé l’ecclisse.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.5.30.5

Scheda a cura di Elisa Passone
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