Scheda n. 724

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica a stampa

Data

Data certa, 1673

Titolo

Fugg’amore ogn’un che vuole / [Carlo Grossi]

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Grossi, Carlo (1634-1688)

Pubblicazione

Venezia : appresso Francesco Magni Gardano, 1673

Descrizione fisica

P. 51-65

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’incipit testuale; nome dell’A. dal front. dell’intera edizione

Titolo uniforme

Fugge amore ognun che vuole. Cantata, Esorta a fuggir donne ed amore

Organico

Soprano e continuo

Descrizione analitica

1.1: (aria, la minore, )
Fugg'amore ogn'un che vuole
%C-1@12/8 ''4-''8-''8-''8E''8D{''8M'8A}'8A'8-''8E''8D/''8E''8D
2.1: (recitativo, c)
O come siete stolti
3.1: (aria cavata, la minore, c)
Amore ha il laccio teso
4.1: (aria, la minore, 6/4)
Se ad uso di dardo
5.1: (recitativo, c)
Odo spesso che dite
6.1: Allegro(aria, mi minore, 3)
Quante volte da tetri vapori
7.1: (c)
Sia pur dunque un cielo
8.1: (aria cavata, la minore, c)
Chi vuol calma e sereno aver nel core

Trascrizione del testo poetico

Fugg’amore ognun che vuole
Mantenersi in libertà
Ch’el fissar gl’occhi nel sole
È un cercar la cecità.
A la neve il sol non nuoce
Se nascosta ella sen sta
Ma s’ella esce all’hor ch’ei cuoce
Tosto poi si liquefà.

O come siete stolti
Giovani che credete
Palpar la serpe e non provarne i morsi
Bevere a lunghi sorsi
Le cicute omicide
Senza che passi ad infettarvi il core
Il mortifero umore.
No, v’ingannate udite:

Amore ha il laccio teso
Chi gli si accosta o inciampa o resta preso.

Se ad uso di dardo
La donna col guardo
Il tenero core
V’impiaga d’amore,
Fuggite sparite
Chi lo stral feritor bacia e adora
Degno è che a quel stral feritor ei mora.
Se tinte di rose
Due guance vezzose
V’instillano al seno
Mortale veleno
Andate volate
Chi beve un tal velen solazza e ride
Ma quel velen poi ch’egli è preso, uccide.

Odo spesso che dite
La bella fronte è un cielo
Gl’occhi son due stelle
Il ciglio arco di pace
Arcobaleno tra due bei scogli
Un mar di latte il seno.
Oh ingannati mortali
O ciechi o sciocchi amanti
Ma s’è così, dite voi stessi dite:

Quante volte da tetri vapori,
Il sereno lassù si turbò
E tra vampe tra lampi e fragori
La saetta dal cielo piombò.
Quante volte dal fondo del mare
Scatenato Aquilone muggì
E tra i gorghi dell’onde più amare
Il nocchiero travolto perì.

Sia pur dunque un cielo
O sia la donna un mare
Chi vuol calma e sereno aver nel core
Fugga le donne e con le donne amore.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Bc - Bologna - Museo internazionale e Biblioteca della musica
collocazione AA.93.4

Scheda a cura di Raffaele Deluca
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