Scheda n. 9463

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1630-1670

Titolo

Del Sig. Tenaglia [Che volete ch’io canti?]

Presentazione

Partitura

Redazione

[S.l. : copia, 1630-1670]

Descrizione fisica

C. 63-76v

Filigrana

Non rilevata

Note

7.1 è una puntuale citazione della cantata Un ferito cavaliero di Luigi Rossi

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, mi minore, c)
Che volete ch'io canti?
1.2: (recitativo, mi minore, c)
Che ne i tartarei chiostri
2.1: (aria, re minore, 3/4)
Piangete o miei lumi
3.1: (recitativo, re minore, c)
Fra diluvi di pianto
4.1: (aria-refrain, re minore, 3/4)
Piangete o miei lumi
5.1: (recitativo, mi minore, c)
Forse il pianto più del canto
6.1: (recitativo, mi minore, )
Se in questo libro qui
7.1: (recitativo, re maggiore, c)
Un ferito cavaliero
8.1: (recitativo, mi minore, )
Ma se quella son io che moro ohimè

Trascrizione del testo poetico

Che volete ch’io canti?
Se al canto un duro cor non si può fingere?
Deh lasciatemi piangere
E la musica mia sien solo i pianti.

Che ne i tartarei chiostri
Con voce armoniosa
Rendesse Orfeo la crudeltà pietosa
Opra fù sol de favolosi inchiostri
Che in un Petto ove regna crudeltà
Il canto mai non può destar pietà.

Piangete o miei lumi
Afflitti e dolenti
E mesti e piangenti
Scioglietemi in fiumi.

Fra diluvi di pianto
Sommergete il mio core
E lagrimate tanto
Fin che l’alma piangendo si consumi.

Piangete o miei lumi
Afflitti e dolenti
E mesti e piangenti
Scioglietemi in fiumi.

Forse il pianto più del canto
Qualche poco di pietà
Da quel core impetrerà
Che sembra un aspe agl’amorosi incanti
Che volete che io canti?

Se in questo libro qui
Vi sta qualche lamento
Ch’a proposito fu del mio tormento
Come par ch’io vedessi l’altro dì
Mentre stavo cercando
Pur ch’io possi cantando
Sfogar il mio cordoglio
Per non sentirvi più cantar la voglio
E appunto o buona sorte
Della sueta Reina ecco il lamento
Che di Gustavo Re piange la morte
Questo si di canare io mi contento.

Un ferito cavaliero
Di polve di sudor di sangue asperso
L’anhelante Corsien
Lascia né sò s’ai piè cade o s’inchina
Della sueta Reina
Dice l’Austriaco e ‘l Goto incerto
Marte è periglioso
Stringe io trafitto colà
Qui a morir vengo
Acciò del pianto tuo gli estremi uffici
Habbia l’ucciso re
Piangi del Cielo il torto
Piangi Reina ohimè
Gustavo è morto.

Ma se quella son io che moro ohimè
Non tocca alla Reina
Tocca a piangere a me
E non ve lo diss’io
Che non vuole ch’io canti il dolor mio?
E già dagli occhi miei piovendo in giù
Le lagrime cadenti
Perch’io non canti più
Sommergono nel pianto i mesti accenti
Dunque si fermi il canto
E si ritorni al pianto
Che se i canori e musici concenti
Di lingua innamorata
D’impietosir un’alma disperata
Non son già mai bastanti?
Che volete ch’io canti?

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

B-Bc - Bruxelles - Conservatoire Royal, Bibliothèque
collocazione 24092.8

Scheda a cura di Margherita Marocco
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