Tipo record
Scheda inferiore
Tipo documento
Musica manoscritta
Data
Data incerta, 1711-1730
Titolo
N. 6 Cantata à voce sola con Stromenti del Sig. Gio: Heinichen [Qual fu giamai quel core]
Presentazione
Partitura
Legami a persone
compositore: Heinichen, Johann David (1683-1729)
Fa parte di
cantate da camera (n. 9024/6)
Redazione
[S.l. : copia, 1711-1730]
Descrizione fisica
P. 97-108 [olim 88-99]
Filigrana
Non rilevata
Titolo uniforme
Qual fu giammai quel core. Cantata
Organico
Soprano, flauto, violino e continuo
Repertori bibliografici
Lorber 1991: n. 142, pp. 242-244
Descrizione analitica
1.1: (recitativo, c)
Qual fu giamai quel core
Qual fu giamai quel core
2.1: (aria, si♭ maggiore, 6/8)
Quanto adoro più dispero
Quanto adoro più dispero
3.1: (recitativo, c)
Ma pure o fiera sorte
Ma pure o fiera sorte
4.1: Allegro assai(aria, fa maggiore, c/)
Se l’ardor ch’io nutro in seno
Se l’ardor ch’io nutro in seno
Trascrizione del testo poetico
Qual fu giamai quel core
Ch’il duol soffrì senza sperar mercede
Qual barbaro rigor poté nell’alma
Forse cangiar desio
E non mancar di fede
Tutt’opra d’amor che non sa dar ricetto
Ma pene ed affatti
Senza sperar diletto.
Quanto adoro più dispero
Di goder l’amato ben
Ma il tiranno mio pensiero
Me lo finge ogn’or nel sen.
Ma pure o fiera sorte
In sen nutrir conviene
Quella fiamma crudel che mi dà morte.
Se il pensier ribelle
Tal’or di non amar pensa e ripensa
Pur tra lacci d’amore
In preda del martir si trova il core.
Se l’ardor ch’io nutro in seno
Non ha speme di gioire
Crudo amor non deggio amar.
O permetto ancor almeno
Che col presto mio morire
Habbia fin il mio penar.
Paese
Italia
Lingua
Italiano
Segnatura
D-Dl - Dresden - Sächsische Landesbibliothek - Staats-, und Universitätsbibliothek
collocazione Mus. 2398-J-2.6
collocazione Mus. 2398-J-2.6
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni