Scheda n. 8868

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Testo per musica a stampa

Data

Data certa, 1688

Titolo

Vanto di fedeltà contro fortuna. Aria a 2. O mirate che portenti

Presentazione

Legami a persone

autore del testo per musica: Lotti, Giovanni

Pubblicazione

Copia

Descrizione fisica

Parte terza, pp. 61-62

Filigrana

Non rilevata

Note

Il testo è presente anche in Parte terza, pp. 170-171 ed è intonato in una cantata per Soprano e basso continuo attribuita a Giacomo Carissimi (cfr. Bibliografia).

Titolo uniforme

O mirate che portenti. Aria, Vanto di fedeltà contro fortuna. Aria a 2

Repertori bibliografici

Bibliografia

Rose 1965: p. 194 n. 114

Trascrizione del testo poetico

1. voce.
O mirate che portenti,
La Fortuna più non rota;
Ecco là, che stassi immota
Per ludibrio de’ viventi.

La mia fe’, la mia costanza
Ha fermato quell’infida
Con insolita possanza,
Ne fia più, ch’ella si rida
Di dar gioie e poi tormenti.
O mirate, che portenti.

Ahi temo, che l’ingano
Di qualche ingrato petto
Mi tolga per diletto
Il chiodo, ond’a quell’empia il carro ha fermo
Perché a frenarla poi non v’è più schermo.

2.
Acchetati mal cauta,
Ch’ nostri cor costanti
L’han fatto tali incanti,
Che più non può la rea,
Che sempre errar solea
Sciogliere a pronta fuga alato il piede,
Remora di Fortuna è sol la fede.

Gran virtù d’animo forte,
Che domar può ’l cieco Nume
E l’arresta oltre il costume.
Tra prigioni e tra ritorte
Stella d’alma fedele è sempre fissa
E ’l pianeta di lei mai non s’ecclissa.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rn - Roma - Biblioteca Nazionale Centrale
collocazione 204.3.B.12.127

Scheda a cura di Nadia Amendola
Ultima modifica: