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Per l’attribuzione del testo a Giovanni Lotti cfr. Giovanni Lotti, Poesie Latine e Toscane […], Roma, Gio: Giacomo Komarek Bohemo, 1688, pp. 72-73. Si tratta di una Cantata per la pace tra Spagna, e Francia dell’anno 1660.
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Mortali o voi, ch’in atra Notte avvolti
Alba, che cinta il crin di quei bei fiori,
Voi tra nembi, e tra gl’horrori
Mirate hor là quell’adorata Rocca
Quel Leon, che nacque ai regni
Trascrizione del testo poetico
Mortali o voi, ch’in atra notte avvolti
Di turbini guerrieri
Condannaste ad ogn’or gl’egri pensieri
A i più torbidi affanni, e gli occhi a i pianti,
Su su lieti e festanti
Bandite le pene,
Svegliate la spene
A libertà ridente
Spunta l’alba di pace in Occidente.
Alba, che cinta il crin di quei bei fiori,
Che son di Senna i più superbi honori,
Già dileguato il bellicoso Verno
Ne riporta serena un Maggio eterno.
Voi tra nembi, e tra gl’horrori
De le belliche tempeste,
Un balen mai non vedeste,
Ch’additasse il porto a i cori.
Mirate hor là quell’adorata Rocca,
Ch’in riva all’Hebro impera,
Rocca nido, e retaggio
D’Austriaci Semidei,
Da cui pendono ognor mille trofei,
Quella per dare altrui fido riparo
In sì fosche procelle,
Fatta Torre del Faro
Erge in tranquilla face
Su le cime real lampi di pace.
Quel Leon, che nacque ai regni,
Che spaventa in un rugito
De la Terra il doppio lito,
Cangia in vezzi i regij sdegni.
E l’Aquila immortal, con dolce artiglio
De li fulmini invece, impugna un Giglio.
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Chigi
collocazione Q VIII 181.10
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni