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Legami a persone
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Descrizione analitica
Eccoti giunta alfin donna infelice
Non mi vedo che larve d'intorno
Trascrizione del testo poetico
Eccoti giunta alfin donna infelice
A quel fatale istante
Che teco perdi il genitor, l’amante.
Misera e qual è questa
D’atre imagini oh Dei turba funesta
Il genitor, né questo core ancora
Mi si spezza nel seno.
Ah ferma genitor quell’è veleno.
Deh perché sordo a miei lamenti, al pianto
Volgi altrove le ciglia e bevi intanto?
Già vedo il volto pallido,
Languido il ciglio e torbido
Già gli vacilla il piè.
Corri Andronico corri, ah di qual sangue
Tutto asperso ti veggo,
Ah che in fronte ti leggo
Vicino il mio morir. Stelle crudeli
Non bastavano forse
Nel padre e nelle figlia
Due vittime svenate al vostro sdegno?
Ma il reo tiranno indegno
Ecco, oh Dio, che fastoso a me viene
Accennandomi ancor l’infame dono
Del talamo e del trono.
Fuggi dagli occhi miei
Ma con chi mai m’adiro,
Stolta se non è meco
Altro che ’l mio dolor per un deliro?
Non mi vedo che larve d’intorno
Non ascolto gridar che vendetta
Il germano, la madre l’aspetta
Ma già viene, m’insulta il tiranno
Padre, amante, che sorte, che affanno
Per pietade passatemi il cor.
Sì m’avvedo che peno e deliro
Ma purtroppo ad un’anima oppressa
de’ presagi fedeli del vero,
de’ pensieri i deliri talor.
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Segnatura
collocazione 33.2.26.17
Scheda a cura di Giulia Giovani