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Legami a persone
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Redazione
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Titolo uniforme
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Descrizione analitica
Sotto i latranti ardori
Tregua imponi a’ rei martiri
Non sempre torbido
A sì soavi accenti
Tu fratel dell’empia morte
Così col sonno adulatori mi dolsi
Trascrizione del testo poetico
Sotto i latranti ardori
Che vibrava dal ciel Sirio assetato
Un dì stanco dal pianto
D’un solitario colle all’ombra estiva
Fra torbidi riposi
All’arbitrio del sonno i lumi esposi.
Parea che pietosa
Ridendomi avanti
Con destra amorosa
Sciugasse i miei pianti.
E tinta di rossor le belle gote
Ravvivasse il mio cor con queste note.
Tregua imponi a’ rei martiri
Già che Amor il sen m’aprì
Di quest’alma a’ tuoi martiri
Già ch’amor il sen m’aprì
Di quest’alma a’ tuoi sospiri
Il timor s’intenerì.
Non sempre torbido
Il ciel fiammeggia
Non sempre instabile
Il mare ondeggia
Così ancor tu
Godi omai non pianger più.
Con teneri amplessi
Il collo ti cingo
Languisco per te
Nei dolci congressi
La mano ti stringo
In pegno di fé
Sorgi su su
Godi omai non pianger più.
A sì soavi accenti
Fuggì dagl’occhi miei rapido il sonno
Ed abbracciar credendo il mio bel sole
Disperato provai
Con estremo tormento
Che schernito dall’ombre
Impressi avviddi baci in bocca al vento
Così con meste voci accompagnando
Al sospirar gli stridi
Al sonno lusinghier che mi tradì
Frenetico la man disse così:
Tu fratel dell’empia morte
Della notte oscuro figlio
Havrai sempre dalle porte
De miei lumi eterno esiglio.
Così col sonno adulator mi dolsi
Indi dal pianto absorto ingannato m’accorsi
Che quella vana illusion d’amore
Allettandomi gl’occhi uccise il core.
Paese
Lingua
Segnatura
collocazione Cantate 40 [olim 33.5.29].13
Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni