Scheda n. 5173

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1690-1710

Titolo

Hor che febo dal cielo

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1690-1710]

Descrizione fisica

C. 83v-87r

Note

Nel catalogo di Anglés e Subirá (cfr. repertori bibliografici) la cantata è divisa, erroneamente, in due pezzi.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Anglés - Subirá 1949: vol. I, p. 413

Descrizione analitica

1.1: (recitativo, sol maggiore, c)
S, Hor che febo dal cielo
2.1: Aria(aria, mi minore, 2/2)
S, Torna d'amar chi t'ama
3.1: (recitativo, c)
S, Non sò d'averti offeso
4.1: (aria, sol maggiore, 3/4)
S, Dimmi se vuoi ch'io speri

Trascrizione del testo poetico

Hor che Febo dal Cielo
Con più fecondo e fervoroso raggio
Scioglie i geli di lacci ai ruscelletti
Hor che del augelletti
L’armoniosa schiera
La vaga primavera
Salutar sà cantando al colle intorno
Hor che a noi fà ritorno
La florida stagion, madre d’amori
Ritorna ingrata Clori
Ad amar come prima il cor fedele
E nel mare d’amor spiega le vele.

Torna d’amar chi t’ama
Idolo del mio cor.
Se pace solo brama
Quest’alma che t’adora
Oh dio non far ch’io mora,
Cara non più rigor.

Non sò d’averti offeso
E pur cruda mi fuggi e mi disprezzi
Ricordati quei vezzi
Che godei nel tuo seno.
Ti sovvengano almeno
O dolce mio tesoro
Quei laci che ti diedi e che mi desti.
Deh perché non m’appresti
Tu che bear mi puoi
A ribaciar baciata
Il cinabro gentil de labri tuoi.
Oh Dio deh, lascia ingrata
Che goda chi t’adora
Un’altra volta sola e poi che mora.

Dimmi se vuoi ch’io speri
O che m’uccida.
Dimmi l’affanni fieri
Fin quando soffrirò
Dimmi se ti godrò
Se sarai fida.

Paese

Spagna

Lingua

Italiano

Segnatura

E-Mn - Madrid - Biblioteca Nacional
collocazione M/2246.45

Scheda a cura di José María Domínguez
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