Scheda n. 4771

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1660-1700

Titolo

Semiviva e dolente

Presentazione

Partitura

Fa parte di

Redazione

Copia

Descrizione fisica

C. 94v-96v

Filigrana

Non rilevata

Note

Tratta dell’episodio ariostesco di Olimpia abbandonata da Bireno.

Titolo uniforme

Organico

Soprano e continuo

Repertori bibliografici

Descrizione analitica

1.1: (recitativo-arioso, re minore, c)
Semiviva e dolente
2.1: (arietta, re minore, c)
Fuggitivo il legno volta
3.1: (recitativo, c)
Dunque nel petto accogli alma sì dura
4.1: (arietta, la minore, c)
Vanne pur Bireno ingrato
5.1: (recitativo, c)
Forsennata che dico?
6.1: (arietta, do maggiore, 3/2)
Deh scatenatevi
7.1: (arietta, do maggiore, c)
Tempest’e fulmini
8.1: (recitativo-arioso, c)
Lassa mi manca il fiato

Trascrizione del testo poetico

Semiviva e dolente
Data in preda al dolor l’anima e sangue
Sovr’un alpestre scoglio
Da quest’incolte abbandonate rive
All’infido Bireno Olimpia scrive:
Leggi barbaro leggi
Perfido involator dell’honor mio
Empio violator della tua fede
Leggi su questo foglio
Scritto a note di pianto e di dolori
Ne’ miei candidi affetti i tuoi rossori

Fuggitivo il legno volta
Ferma il corso alle tue vele
O da lungi almen ascolta
Le mie fervide querele.

Dunque nel petto accogli alma sì dura
Ch’espost’al mar vorace
In arbitrio de’ flutti non paventi
Restar sommerso e morto
E più per l’onde amare errar ti piace
Che dolce haver tra le mie braccia il porto.

Vanne pur Bireno ingrato
Per gl’instabili zaffiri
Al tuo legno darà fiato
Il soffiar de’ miei sospiri.

Forsennata che dico?
Infelice a chi parlo?
Già l’abete volante
Da pupille mie lungi s’invola
Et io timida e sola
Assisa in queto lido
Con disperati accenti
Scongiuro il mare e mi querelo ai venti.

Ma se de’ miei martiri
A pietà non si muove il cielo irato
Io dall’abisso eterno a mia vendetta
Invocherò l’Inferno.

Deh scatenatevi
Dall’ombre horribili
Furie dell’Erebo
Voi sommergetelo
Fra l’acque stabili.

Tempest’e fulmini
Procell’e turbini
Agitate saettate
Quel fallace quel fugace
Largo
Che vezzoso m’invaghì
Che tiranno mi tradì.

Lassa mi manca il fiato
Hor che chiudo la carta
Con suggello di sdegno ecco t’invio
Con un languido ohimè l’ultimo a Dio.
Sapp’intanto inhumano
Ch’Olimpia hoggi predice
Doppo fieri contrasti
A tempo
Quella salute a te che a lei lasciasti.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Nc - Napoli - Biblioteca del Conservatorio Statale di Musica "San Pietro a Majella"
collocazione 33.4.4.25

Scheda a cura di Teresa M. Gialdroni
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