Tipo record
Tipo documento
Data
Titolo
Presentazione
Legami a persone
Fa parte di
Redazione
Descrizione fisica
Filigrana
Note
Numero "5.4" a margine di c. 30r. Cancellature alle cc. 30v, 31r, 32v. Indicazione "Finis" a chiusura della cantata. Il copista è lo Scriba 4 (probabilmente Giovanni Battista Vivaldi).
Titolo uniforme
Organico
Repertori bibliografici
Bibliografia
Descrizione analitica
Del suo natio rigore
Quei begli occhi io pianger viddi
Ah, che d'Amore
Disperato confuso agitato
Trascrizione del testo poetico
Del suo natio rigore
Armato questo cor io non tema
Di leggiadra beltade il dolce invito:
Sprezzai mai sempre Amore,
Ai prieghi sordo e quasi cieco al raggio
D’un volto lusinghier. Ma quando, oh Dio,
Pianger Lidia vidd’io
E da’ suoi mesti lumi
Versar dolente umore, in quel momento
Si svegliò la pietade, Amor mi vinse,
Mancò il rigor ch’avea nel sen ricetto
E di quel pianto l’onda
Di fuoco accese un mar dentro il mio petto.
Quei begli occhi io pianger viddi
E d’amore tutt’ acceso,
Tutto acceso allora il core
Nel suo ardor sentii languir.
Ed è ver che s’ei più pena,
Più gli piace, più gli piace,
L’amorosa ardente face
Onde nasce il suo martir.
Quei begli occhi io pianger viddi...
Ah, che d’Amore
Il cieco Nume alato trionfar vuole
D’ogni più fiero cor crudo ed ingrato;
E se di quei bei lumi al doppio sole
Ressister seppi io ceder ben dovea
Quando adombrato il viddi
Dal fosco ecclissi di quel mesto pianto,
Pianto che su quegl’occhi allor ch’apparve,
Dell’amore di Lidia
Testimonio non finto,
Quale amoroso incanto
Di Lidia volle amante
Questo mio cor già debellato e vinto.
Disperato, confuso, agitato
Trovar pace non può questo cor,
Mentre lungi dal bene adorato
Mi dà morte l’acerbo mio cor.
Disperato, confuso, agitato...
Paese
Lingua
Segnatura
fondo Foà
collocazione Foà 28.7
Scheda a cura di Giulia Giovani