Scheda n. 2424

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data incerta, 1710-1750

Titolo

10 / Cantata

Presentazione

Non applicabile

Legami a persone

compositore: Astorga, Emanuele d’ (1680-1757)

Fa parte di

Redazione

[S.l. : copia, 1710-1750]

Descrizione fisica

C. 120v-122 ; 210x285 mm

Filigrana

Non rilevata

Note

Tit. dall’intestazione a c. 120v; num. delle carte moderna (120-122); a c. 120v finale di "Zeffiretto arresta il volo" (vedi scheda 2423); a c. 122v incipit di "Non vantar cotanto altero" (vedi scheda 2425); non citata in Ladd (vedi in bibliografia)

Titolo uniforme

Organico

Canto e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Ladd 1982: B137 (p. 287)

Descrizione analitica

1.1: A tempo giusto(aria, la maggiore, c)
C, Più che porto il piè lontano
%C-3$xFC@c =2/4-8-6''CD8EF'xG''E/'F''D-6'BA'8xGAB''C/
2.1: (recitativo, c)
C, No che non può il mio cor
%G-2@c 8''D6DxF8D'ABBGA/4B8''CD'xDD4-/
3.1: Andante(aria, la maggiore, c)
C, Col pensier almen io fingo
%G-2$xFC@c =4/{6'AB}{''CD}8E'A''E'A''E'A/4''ED8C6'BA8xGA/

Trascrizione del testo poetico

Più che porto il piè lontano
Più mi sento a voi vicino
Vaghi rai del mio bel sole.
Miro ogn’or la bianca mano
Veggo [sic] il labbro di rubino
Odo infin le sue parole.

No che non può il mio cor
In sì ria lontananza
Perder la remembranza [sic]
Del vostro chiaro lume amanti rai
Anzi ogn’ora presenti
A me vi fringe il mio pensier amante
A sé solo un istante
Non mi consola con sì dolce inganno
Tosto morir mi sento
Così s’acresce [sic] accerbo [sic] il mio tormento.

Col pensier almen io fingo
Di vedermi amate stelle
E così do pace al mio cor.
Dolcemente al sen ci stringo
E vi veggo [sic] ogn’or più bella
Per accrescer il mio ardor.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

I-Rama - Roma - Bibliomediateca Accademia Nazionale Santa Cecilia
fondo Mario
collocazione A.Ms.3702.41

Scheda a cura di Francesca Muccioli
Ultima modifica: