Scheda n. 12138

Tipo record

Scheda inferiore

Tipo documento

Musica manoscritta

Data

Data certa ponte, 1686-1689

Titolo

Sonno di Didone / Cantata à Voce sola / Con quattro Violini, / e due Violette / di / D. Lorenzo Minei.

Presentazione

Partitura

Legami a persone

compositore: Minei, Lorenzo (1651-1719)

Redazione

[S.l. : copia, 1689 circa]

Descrizione fisica

P. 3-102 (olim c. 1r-49v) ; 210x280 mm

Filigrana

W-Dl-267 P (Quadrupede in cerchio sormontato dalla lettera P )

Note

Alle p. 20, 49, 63, 85: «Segue l'Aria.»; a p. 45: «Segue il Ritt.º»; alle p. 78, 83: «Ritt.º»; a p. 99: «segue subbito.»; a p. 101: «Fine».

Titolo uniforme

Sovra morbide piume. Cantata, Sonno di Didone

Organico

Soprano, 4 violini, 2 viole, 1 violoncello («Viola») e continuo

Repertori bibliografici

Bibliografia

Eitner 1903: VII, p. 3
Schmidl 1938: p. 540
Wolffheim 1929: II, p. 245

Descrizione analitica

1.1: Grave-Presto-Grave-Allegro(sinfonia, do minore, c-3/8)
2.1: À tempo(recitativo-arioso, c)
Sovra morbide piume
3.1: Adagio assai(aria, do minore, c)
Sovra i gigli del mio seno
4.1: (recitativo, c)
Dormi caro, su, dormi e a mille schiere
5.1: Adagio(aria, si♭ maggiore, c)
No che non puoi, mio core
6.1: Presto(recitativo-arioso, c)
Oh Dio! ma dove il crudo
7.1: Presto(aria, si♭ maggiore, c)
Se nel mar portasti il piede
8.1: (recitativo, c)
Uccidetelo, oh stelle
9.1: Presto(aria, fa maggiore, c)
Alle straggi, all'armi, al campo
10.1: Adagio(recitativo-arioso, c-3/2)
Lassa, oh Dio, che presumo
11.1: Andante-Adagio-Presto(recitativo-arioso, c-3/2-c)
Tornate, ohimè, tornate
12.1: (aria, re minore, c)
Vanne, fuggi, va', spietato
13.1: Presto(recitativo-arioso, c)
Riedi, vieni, ma no, parti ché troppo
14.1: (aria, do minore, c)
Mostro rio, così si fa?
15.1: (recitativo, c)
S'ascoltar non mi vonno
15.2: (aria cavata, do minore, 3/2)
Addio regno, vassalli, addio, addio

Trascrizione del testo poetico

Sovra morbide piume,
Ove il dio degli amanti
Coi compagni amorini
Vezzosetto scherzava,
Unita al teucro duce
La bellissima Elisa
Queste in sogno spiegava
Fervide voci, e 'l dio bendato ancora,
Tratto al suon de' suoi detti,
Estatico giacea colmo d'affetti.

Sovra i gigli del mio seno
Chiudi, oh caro, i lumi arcieri
Ché in goder sì bel sereno,
Fanno tregua i miei pensieri.

Dormi caro, su, dormi e a mille schiere,
A mille guise, a mille
Sontuose carriere
Le delitie più care
Volino a te vicino:
Giaccia, in sen di Morfeo, Amor bambino.

No che non puoi, mio core,
Goder al tuo sperar gioia maggiore.
In braccio al mio bene
Son dolci le pene,
Gradito il rigore.

Oh Dio! ma dove il crudo
Fuggito è da me lungi?
Dove il fiero spergiuro
Volse le piante e agl'occhi miei s'invola?
Questa, ingrato, è la fede,
Questo, indegno, è l'affetto
Ch'al mio cor tu sacrasti, angue omicida?
Vanne, corri, alma mia, l'empio s'uccida.

Se nel mar portasti il piede,
Fiero il mar mai cangi tempre;
Se dal ciel chiedi mercede,
Crudo il ciel ti sia per sempre.

Uccidetelo, oh stelle,
Uccidetelo voi, numi del cielo:
Abbia fiero il destin chi ha cor di gelo.

Alle straggi, all'armi, al campo,
Su, miei fidi, e che si fa?
Voglio ad onta di mia sorte
Trionfar con la sua morte
Dell'infida sua beltà.

Lassa, oh Dio, che presumo
Contro l'anima mia, che tanto adoro?
Misera, così parlo?
Pria m'uccida il dolor ch'odia [i.e. oblia] d'amarlo.

Tornate, ohimè, tornate
Vezzose mie pupille a questo seno,
Sentitemi, ascoltate
Pria che lo spirto esali un giorno almeno.
Aggiungermi più pene è gran martire,
Vorrei, vorrei morire.
Ma no, lassa, che dico?
Parti, ingiusto amator, ché s'una volta
Abbandonar sapesti
L'innocente mio cor, sempre severo
Coll'istesso mio cor, sarai leggiero.

Vanne, fuggi, va', spietato,
Alma ria che non hai fé.
Ma no, resta, ché placato
Forse un dì sarai con me.

Riedi, vieni, ma no, parti ché troppo,
Troppo, oh Dio, m'offendesti.
Tra suoi flutti Nettun l'iniquo arresti.

Mostro rio, così si fa?
Doppo averti idolatrato,
Dal mio cor tu fuggi, ingrato,
Senza aver di me pietà.

S'ascoltar non mi vonno,
L'amante che se 'n fugge,
La mia fiera germana, i miei guerrieri,
Sovra pira sì cruda
La sua vita finir vuol il cor mio,
Addio regno, vassalli, addio, addio.

Paese

Italia

Lingua

Italiano

Segnatura

D-Dl - Dresden - Sächsische Landesbibliothek - Staats-, und Universitätsbibliothek
collocazione Mus.2056-J-1 .1

Scheda a cura di Giovanni Tribuzio
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